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Questo non è il Paese che vogliamo!

Una petizione che parte dalla nostra città, per renderci cittadini fieri.

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Ogni giorno viviamo la nostra Torino e non sempre ne siamo soddisfatti, ma poi accadono di quelle cose che ti fanno sentire fortunata di far parte di una comunità così ampia e variegata e così aperta al futuro come al presente.

Non tutti i problemi si risolvono chiudendo l’immigrazione

Un’apertura al presente che davvero non si può dire arrivi da tutte le parti d’Italia, in questo periodo buio dove i politici si impegnano a far credere che tutti i problemi che innegabilmente abbiamo, si risolvano chiudendo l’immigrazione.

Fiera della nostra città

Così come osservai con fierezza lo striscione che nel giorno del Congresso delle Famiglie, rivendicava il nostro senso di famiglia, così vado fiera che dalla nostra bellissima città che si è alzato un coro di completa e totale indignazione verso i fatti che hanno accompagnato il recente sbarco della Sea Watch, in quel disumano urlare insulti ed augurare disgrazie.
Esseri umani, adulti e ben consci di cosa stavano facendo, hanno coperto di insulti ed ingiurie una donna, un equipaggio e relative famiglie, che comunque hanno salvato delle persone in mezzo al mare. Le hanno salvate, è un dato di fatto. E quei vocioni grossi, nutriti dalla stupidità dell’arroganza di massa, sono stati ripresi dalle televisioni di tutto il Mondo. Forse pensavano tutti che poi non li avrebbero riconosciuti.

Una petizione che parte da Torino

E’ comunque partita da Torino, da alcuni avvocati della nostra città, una petizione da subito ben accolta da importantissime associazioni, che chiaramente enuncia quanto questo non sia assolutamente il Paese che vogliamo ed è indirizzata direttamente a Mattarella, affinché tutti i responsabili di quegli ignobili auguri, fra internet e video, si trovino a fronteggiare le necessarie procedure penali.

Lo stesso rigore anche per le persone che hanno insultato e disprezzato

I promotori citano testualmente “ci aspettiamo che il medesimo rigore venga applicato nell’esercitare l’azione penale anche nei confronti di coloro che all’alba del 29 giugno, nel porto di Lampedusa, con gli auguri di stupro, gli apprezzamenti volgarmente sessisti, hanno offeso tutti quegli uomini e quelle donne che si riconoscono nei principi della Costituzione”.
E non potrei essere più d’accordo.

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