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Apre la “Ciclofucina Riders CGIL”: i riders potranno riparare la bici con enormi vantaggi

E voi vi affidate a questi circuiti come Deliveroo, Just Eat e simili per ordinare il vostro cibo a domicilio?

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Si chiamerà “Ciclofucina Riders CGIL” ed aprirà i battenti il 1 ottobre su via Pedrotti 5. Sarà «uno spazio autogestito di mutualismo solidale a due ruote, dove riparare la bici e dare “gambe” ai diritti dei lavoratori del comparto», spiega Lucia Santangelo della Nidil che ha seguito il progetto.

L’obiettivo è guadagnare iscritti

L’obiettivo sindacale è quello naturalmente di guadagnare iscritti, poiché per accedervi sarà necessaria la tessera sindacale, ma effettivamente il servizio offerto è degno di nota, al di là, naturalmente, dell’assistenza legale del sindacato, che per un lavoro ancora così difficile come quello del rider, è sicuramente utile.

Un tecnico in sede

In sede sarà infatti sempre presente un tecnico, per insegnare a chi ha problemi con la propria bici, come ripararla, gli strumenti saranno disponibili gratuitamente e si mette anche a disposizione la possibilità di comprare ricambi a prezzi fortemente scontati.
«Tra Glovo e Just eat ci sono differenze fortissime, sia come tipologia di lavoratori sia come contratti. Glovo ha lavoratori a ritenuta d’acconto e abbiamo scoperto che in maggioranza sono pakistani mentre con Just eat lavorano soprattutto studenti italiani con contratto di collaborazione», racconta Danilo Bonucci della Nidil Torino, che continua «Quindi è stata stabilita una collaborazione con l’European Research Institute di Torino che ha permesso di mettere in contatto il sindacato con la comunità pakistana e offrire aiuto anche per le pratiche legate all’immigrazione». In generale, sottolineano ancora i sindacalisti, <abbiamo invertito l’approccio. Non siamo partiti dalla contrattazione sindacale ma dalle loro necessità pratiche».
Ed effettivamente, per molti di loro, la bici è un bene necessario a svolgere il proprio lavoro e se si rompe il danno è ingente.
Intanto continuiamo a vederli sfrecciare, fra le strade trafficate, sperando di consegnare più pizze possibili, mettendo a rischio la sicurezza stradale.

Fattorini sfruttati nelle pagine di cronaca nera

Non siamo insoliti a pagine di cronaca nera in cui questi “fattorini” sfruttati e senza assicurazioni, ci rimettono la vita per consegnare una pizza in più.
Mentre speriamo tutti in un mondo migliore dove questo non sia più necessario, l’iniziativa è sicuramente interessante.

E voi sfruttate queste applicazioni per la consegna del cibo a domicilio? Io personalmente, anche per etica, le evito, preferendo magari la pizzeria sotto casa, con ordine telefonico e che consegnano con mezzi propri. Però c’è da dire che in questo modo si va a togliere lavoro a chi effettivamente ne ha bisogno. Voi come la pensate?

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