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Givoletto: per tre giorni Patria delle Due Cavalli. Il 14, 15 e 16 giugno ospiterà il glorioso 22° Raduno de “I Gabbiani – 2CV di Torino”.

Un tempo era la lumaca di latta, ma ben presto divenne un fenomeno sociale. L’evento è un’esaltazione della memoria, della solidarietà e dell’amicizia. Il mito della due cavalli ci riporta agli happy days della spensieratezza e della speranza

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La locandina dell’evento riporta: “Per i 50 anni di Woodstock 2cv i Gabbiani organizza il 22° raduno: è gradita la partecipazione in abbigliamento anni 70. Anche se non hai una duecavalli vieni a fare festa con noi.”

Il programma intenso delle giornate, realizzato per volontà della Pro Loco di Givoletto, è una esaltazione della memoria, della solidarietà e dell’amicizia. Il mito della due cavalli ci riporta agli happy days della spensieratezza e della speranza: tutte cose delle quali abbiamo bisogno anche oggi, fosse anche solo per tre giorni.

Abbiamo chiesto a Massimo Torassa, il presidente dei Gabbiani, qualcosa sul mito di questa automobile e lui ci ha risposto così:

“70 anni fa, il 6 ottobre del 1948, veniva presentato al pubblico, al Salone dell’Automobile di Parigi il primo esemplare della Citroën 2CV. Era esposta una vettura nata per trasportare 2 contadini con gli zoccoli, 50 Kg di patate e un barilotto di vino ad una velocità massima di 60 Km/h con un consumo di 3 l per 100 Km. Era l’automobile del popolo, economica ed in grado di trasportare di tutto come si faceva con i carri trainati dai cavalli. E l’estetica era un optional. Fu definita la “Lumaca di Latta” ma divenne presto un fenomeno sociale. Le prime unità erano grigie, con un motore di 375 cc che permetteva di raggiungere i 60 Km/h consumando quei fatidici 3 l per 100 Km. Ma poi la ‘Lumaca’ divenne più potente, con motori di cilindrate superiori ma sempre a 2 cilindri.

Successivamente nacquero i modelli speciali, come la 2CV 4×4 ‘Sahara’, approntata per le spedizioni nei deserti africani. La 2CV Charleston prolungò la vita della Citroën 2CV sino al 1990, anno del termine della produzione. Le nuove normative europee la misero inesorabilmente fuori gioco. Il 27 luglio 1990 uscì dallo stabilimento l’ultima 2CV. In totale sono 3.868.634 le unità rilasciate dal 1948 al 1990. 

E da lì continua la leggenda, perché la due cavalli era intanto divenuta una delle icone della storia dell’automobile.”

E Massimo aggiunge: “Se la due cavalli, romantica, allegra e ironica vi scalda ancora il cuore come quando eravate giovani non potete mancare a questo appuntamento: dal 14 al 16 Giugno a Givoletto.”

Daniele Spidalieri, Presidente della Pro Loco di Givoletto interviene ed aggiunge: la tribù dei “Duecavallisti Gabbiani” ha una lunga storia di successi, e questa è l’occasione non solo di conoscere un’automobile speciale, ma anche di capire un modo di vivere, una filosofia piena di fascino e di ricordi che, prendendo esempio dal passato, si proietta verso il futuro. E’ un’automobile che ha un fascino fuori dal tempo: per questo come Pro Loco abbiamo sostenuto l’iniziativa.” Poi si ferma e sorridendo continua: “Certo, erano auto leggerissime e lo sono ancora, ma viaggiare con loro, voleva dire capire come i loro autisti avessero sviluppato tecniche di guida predittiva ammirevoli per affrontare il vento e le salite, tipo guardare gli alberi e la strada davanti a sé in modo da prepararsi al temibile vento laterale o dar fondo al gas per superare una salita improvvisa.”

Daniele conclude: “E noi aspettiamo anche le sorelle della Citroen, derivate o costruite sulla stessa meccanica, come le Dyane, le Mehari, le Ami, le DS, le furgonette AZU, AK e Acadiane, per una giornata di festa, quasi un ritorno ai gloriosi anni ’70.”

Le iniziative sono riepilogate nelle locandine che trovate al fondo di questo post.

Che dire ancora: è un’occasione unica per passare alcune giornate serene e conoscere un mondo che dura intatto da settant’anni. 

Benvenuti a Givoletto.

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1 Commento

1 Commento

  1. Angelo

    15 Giugno 2019 at 11:24

    E una presa in giro, 5 volte di ricominciare per pubblicità,vorremmo esercì ma non abbiamo un furgone per portare nostri gioielli

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