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Il vino è per tutti

L’Enoteca farlocca

Scrivere “ENOTECA” nella propria insegna comporta un impegno non indifferente ma alcuni gestori non garantiscono una buona competenza

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Enoteca Farlocca


Un’enoteca deve garantire la perfetta conservazione del vino: può sembrare un'ovvietà ma, purtroppo, non sempre questa garanzia per il consumatore viene rispettata. Scrivere "enoteca" nella propria insegna comporta un impegno non indifferente e, in questo articolo, spiegherò per quali motivi è necessario fare alcune osservazioni sui vari esercizi che vendono il vino.


Per capire meglio il concetto, l'enoteca la si potrebbe paragonare ad una libreria che, per ovvi motivi, non è equiparabile a un'edicola.



Un negozio specializzato in vino non è una rivendita di alimentari generico, il gestore deve essere una persona esperta del settore nel quale opera.



Francamente sono stufo di vedere bottiglie anche di un certo valore economico, sostare in verticale (fanno eccezione le bottiglie con tappo a vite) per anni su di uno scaffale.



La conservazione della bottiglia è fondamentale per il vino adatto all'invecchiamento e non può sfuggire a 3 semplici regole:



  1. Non deve essere esposta alla luce 
  2. Non deve subire sbalzi di temperatura
  3. Non deve sostare per anni in posizione verticale



Da questi fondamenti si deduce che:



  • le bottiglie destinate ad una lunga maturazione devono riposare in una cantina buia e adagiate in orizzontale possibilmente senza subire vibrazioni, facendo molta attenzione che il luogo adibito alla conservazione abbia una temperatura e umidità controllata e costante. 



Chi dunque non ha una buona preparazione e non garantisce una buona coservazione del vino, dovrebbe, a mio parere, nominare il proprio punto vendita con altri titoli, ad esempio rivendita vino, bottigleria, vini e liquori, ecc..



Attenzione, non per tutte le tipologie di vino è necessario uno stoccaggio così accurato, la maggior parte delle bottiglie vendute sono concepite per essere consumate entro un breve periodo (i cosiddetti vini da pronta beva) nella misura massima di 3 anni. Infatti, se non si hanno alternative, queste ultime possono restare per un lasso di tempo di un anno o poco più "in piedi" subendo anche la luce e gli sbalzi di temperatura ma, oltrepassato questo periodo, difficilmente una bottiglia da pronta beva può mantenere o maturare le specifiche caratteristiche organolettiche del vino in essa custodita.



Un bravo enotecario sa bene effettuare la rotazione delle bottiglie considerando le annate, le tipologie di vino e le etichette da esposizione.  



Diventa invece un annoso problema, per ovvi motivi logistici e di business, il deposito delle bottiglie nella GDO. È innegabile che un supermercato non garantisce una buona conservazione, ma certamente dispone di una vasta proposta orientata sempre più al vino di qualità. 



Come ho scritto provocatoriamente in molti miei articoli [Link], è meglio comprare il vino al supermarket piuttosto che in un'enoteca che usa gli stessi metodi di stoccaggio di un Grande Magazzino e, a maggior ragione, se è gestita da una figura che non aggiunge un valore professionale.



Consiglio pertanto di acquistare al supermercato le bottiglie che riportano in etichetta un'annata non più vecchia di 2 anni dal corrente anno. Altre raccomandazioni su come scegliere una bottiglia presso le interminabili corsie dedicate al vino, le potete trovare in svariati articoli di questa mia rubrica [Link].



In alternativa, se volete qualcuno che vi consigli un buon vino da accompagnare i pasti quotidiani, oppure un'etichetta speciale ben conservata per un evento particolare, o in alternativa un vino pregiato per il puro piacere di bere qualcosa di eccezionale, affidatevi, mettendo in campo le verifiche che ho descritto in questo articolo, a un’enoteca di fiducia.



Suggerisco infine un marchio di qualità e garanzia se non riuscite a districarvi negli esercizi specializzati nel vino, si tratta di Vinarius – Associazione enoteche italiane –  



Coloro che fanno parte dell'associazione hanno una costante formazione, continui aggiornamenti e una comprovata specializzazione nel mondo del vino, gli esercizi associati sono individuabili attraverso una targhetta esposta nel punto vendita.



Un'altra attività commerciale che in molti casi non ha alcun riguardo per il vino è il ristorante, questo aspetto però lo approfondirò nel prossimo articolo di Torino Fan e Diario di Torino nella consueta rubrica “Il vino è per tutti”.



Per saperne di più ti invito a visitare il blog vinoamoremio.it oppure la pagina Facebook / Twitter  / Instagram  @vinoamoremio



[CONTENUTO INSERITO DA UN LETTORE DI TORINO FAN]



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1 Commento

1 Commento

  1. Giulio

    16 Giugno 2020 at 12:59

    Articolo pieno di errori di ortografia. L’autore sarà anche un grande esperto di vini ma non conosce tanto l’ortografia elementare.

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