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L’inquilino non paga l’affitto. Il proprietario gli spara alla testa

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TORINO – L’ennesimo episodio di violenza verificatosi nei pressi di Torino, più precisamente a Leinì. Il padrone di casa, 56enne, stufo di non intascare mai l’affitto da un suo inquilino, prende una pistola e gli spara alla testa. L’episodio, accaduto nella sera del 6 febbraio, denuncia, ancora una volta, il desiderio di volersi fare giustizia da soli, quando qualcosa non funziona. La vittima era un operaio di 27 anni.

Gli spara un colpo in testa perché non paga l’affitto

È successo a Leinì, alle porte di Torino, la sera del 6 febbraio intorno alle 20. Dopo aver litigato – forse per l’ennesima volta – con il suo inquilino, il padrone di casa – di nome Michele Prima – prende la pistola e spara ben tre colpi, ferendo il povero 27enne alla testa. La pallottola lo ha preso in pieno ed è rimasta incastrata nel cranio. Inutile dire che le sue condizioni sono state dichiarate subito gravissime dal personale medico del Cto di Torino. Il giovane aveva preso in affitto il locale da circa un anno e abitava vicino al proprietario dell’immobile.

La chiamata dei soccorsi

I soccorsi sono stati chiamati da alcuni vicini di casa che hanno udito gli spari e prontamente chiamato i carabinieri. Michele Prima, per fortuna, non è scappato e all’arrivo dei carabinieri è stato prontamente portato via. Dopo essere stato interrogato è stato trasferito nel carcere di Ivrea. L’accusa è di tentato omicidio.

La ricostruzione degli eventi

Tempo dopo, alcune persone che si trovavano nelle vicinanze sembrano aver ricostruito gli eventi. Il 56enne aveva nuovamente discusso con il giovane mentre si trovava nel cortile comune. Al termine sembra essere tornato in casa e aver preparato l’arma, recandosi nuovamente accanto al ragazzo. In quel momento, avrebbe sferrato ben 3 colpi di pistola verso di lui con una calibro 22. Quindi non si tratterebbe di un gesto non voluto ma di qualcosa di pre-meditato. Questo, per lo meno, è ciò che sembra ma solo gli inquirenti, nei giorni futuri, potranno dire come sono andate esattamente le cose. Ciò che invece si sa è che il 56enne teneva diverse armi in casa: carabine, fucili da caccia e la pistola con cui ha (quasi) ucciso il ragazzo. Tutte sembrano essere state regolarmente registrate.

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