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Positivi al Covid-19 nella residenza per disabili: un dramma che si poteva evitare

Cosa potrebbe significare per un bambino autistico o una ragazza down essere intubati in terapia intensiva? Il dramma che si sta consumando in una residenza per disabili a Torino con otto persone risultate positive al Covid

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Otto persone positive in una residenza per disabili a Torino

Scatta l’allarme, e anche la rabbia a Torino. Sono infatti sei utenti e due operatori del centro residenziale per persone con disabilità di via Fiesole, gestito da Anffas Torino, a essere risultati positivi al Covid-19 in base ai tamponi molecolari effettuati con urgenza tra martedì sera e ieri mattina, in seguito alla febbre e al malessere manifestati da una ospite. I protocolli di sicurezza si sono attivati immediatamente, ma l’esito dei tamponi ha fatto scattare l’allarme anche per gli altri utenti (in tutto sono 12) e gli operatori che li assistono.

Un dramma che si poteva evitare

Allarme e rabbia, perché questo ennesimo dramma si poteva, anzi si doveva evitare. «Ma vi immaginate – si domanda Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino – l’angoscia che stanno vivendo queste persone, le loro famiglie, tutti gli altri ospiti e anche noi operatori? Vi immaginate cosa vorrebbe dire per un ragazzo autistico o per una ragazza Down essere intubati in ospedale? E non voglio neanche pensare a esiti ancora più drammatici. Chiedo senza giri di parole a chi ha la responsabilità di rispondere, il presidente Cirio e l’assessore Icardi: vogliamo aspettare che la situazione peggiori ulteriormente per capire che vaccinare le persone con disabilità è una priorità assoluta? Anche più, con tutto il rispetto, degli studenti attesi dalla maturità?».

Vaccinare i maturandi? Prima stabilire le priorità

Il riferimento è all’ipotesi di vaccinare i 35mila studenti all’ultimo anno delle superiori avanzata dal presidente Alberto Cirio al Governo, martedì a Roma durante l’incontro con il generale Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid. «Sarei felicissimo se gli studenti potessero vaccinarsi – continua D’Errico – per sostenere la maturità in presenza, anche nelle nostre famiglie ci sono ragazzi e ragazze attesi da questo importante passaggio. Ma, ancora una volta, il problema è stabilire le priorità, perché c’è chi rischia di morire, senza vaccino. Genitori e figli che non si vedono da più di un anno, senza vaccino».

Dare la precedenza alle persone fragili

«Anzi, dirò di più: si tratta di rispettare le priorità già dettate dall’agenda vaccinale – conclude Giancarlo D’Errico – dando la precedenza agli anziani e alle persone fragili. La Regione Piemonte, in ritardo e solo dopo le nostre pressanti sollecitazioni, aveva annunciato in pompa magna che da metà marzo sarebbero partite le vaccinazioni dei 6.000 ospiti dei centri residenziali e diurni: a oggi nelle tre strutture che noi gestiamo a Torino siamo fermi a zero. Neanche gli operatori sono vaccinati, perché non sono considerati sanitari. E già allora avevamo segnalato che sono da vaccinare con urgenza anche le migliaia di persone con disabilità che non vivono in struttura e i loro caregiver familiari: su questo aspetto continua un silenzio assordante. Chiedo ancora una volta: cosa stiamo aspettando?».

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