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Cavallerizza Reale a fuoco: le reazioni a Palazzo Civico

Scattano le reazioni a Palazzo Civico in merito all’incendio della Cavallerizza Reale di ieri mattina. Polemiche e precisazioni

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Incendio Cavallerizza Reale Torino

Ieri c’è stato l’incendio alla Cavallerizza Reale di Torino. Molte le reazioni, non solo tra i torinesi ma anche in tutta Italia. Dopo il fatto, diversi consiglieri comunali hanno richiesto comunicazioni da parte dell’Amministrazione, e in particolare dall’assessore al Patrimonio Antonio Iaria, che ieri pomeriggio ha risposto.

Il dibattito sull’incendio della Cavallerizza Reale

In una nota di Palazzo Civico in merito all’incendio della Cavallerizza Reale sul lato di via Rossini, si riportano quelle che sono state le comunicazioni da parte dell’assessore al Patrimonio Antonino Iaria, che in Consiglio Comunale ha risposto alla richiesta di comunicazioni avanzate dai consiglieri Chiara Foglietta (PD), Silvio Magliano (Moderati) e Francesco Tresso (Lista civica per Torino).
«Grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco, che ringrazio, sono stati evitati danni al vicino auditorium Rai – ha dichiarato Iaria – Con la Questura si sta decidendo come delimitare l’area. Al momento sono stati rimossi i calcinacci sul marciapiede di via Rossini mentre è tornato regolare il traffico veicolare».

Il progetto Cavallerizza non deve subire variazioni

«C’è dispiacere per quanto accaduto, ma il progetto sulla Cavallerizza, partito alcuni anni fa, non deve subire variazioni, nonostante quanto accaduto – commenta il consigliere Damiano Carretto (M5Stelle) – Erano stati richiesti al ministero per i Beni Culturali 6 milioni di euro da destinare alla conservazione e messa in sicurezza del bene destinato a un polo innovativo culturale nato da esperienze di aggregazione spontanea».

L’incompetenza genera danni

«Ci siamo abituati a chiedere comunicazioni urgenti perché il metodo di lavoro di quest’Aula è diventata l’urgenza – dichiara Chiara Foglietta (PD) – L’incompetenza genera danni e uno stallo nella crescita della città, quella stessa incompetenza che genera focolai nei quartieri, come per il mercato del libero scambio. Non riuscite a trovare una soluzione o a parlarci di un percorso partecipativo. Continuo a non vedere una visione della città ma solo incuria e incompetenza. I cittadini la vedono piena di fumo e sono amareggiati. Lo dicono gli stessi comitati che vi hanno sostenuti. Vogliamo la quantificazione dei danni e capire il futuro vero della Cavallerizza e come sarà strutturato il regolamento sui beni comuni».

L’autogestione è inefficace

«Ero già contrario a questo tipo di gestione quando era sindaco Fassino, lo sono ugualmente oggi – sottolinea Silvio Magliano (Moderati) – perché l’idea di beni comuni declinata in autogestione è inefficace. L’idea che possano gestire strutture di quel tipo sedicenti comitati, non è attuabile. Perché nessuno risponde di quanto si cura o non si cura quella struttura. Qualcuno continua ancora a pensare che sia possibile ma, quello che è capitato ieri notte dice esattamente l’opposto. L’idea che persone si occupino di beni di quella portata e lo facciano bene, è una favola. È un non governo dei beni comuni. Se vogliamo concedere spazi a chi li gestisce, va fatto con vincoli giuridici forti, con regole chiare e nette».

L’importanza della sicurezza

«Un tema già sollevato più volte, anche all’interno di quest’Aula: l’importanza della sicurezza – aggiunge Francesco Tresso (Lista civica per Torino) – Con due diverse interpellanze avevo già chiesto quali misure fossero state adottate per garantire la sicurezza di quegli edifici dal punto di vista impiantistico e da quello statico. L’accenno al regolamento dei beni comuni fatto da Carretto non mi sembra pertinente: a suo tempo ci venne dichiarato che non veniva redatto per la Cavallerizza e poi non ha portato a nulla dal punto di vista gestionale. Nessuna idea di quale utilizzo si possa fare di quegli spazi. Stiamo continuando a gestire in modo improvvisato, con errori gravissimi, un patrimonio Unesco di cui saremo chiamati a rispondere. Serve una riflessione urgente e seria».

Dichiarare la volontà di ricostruire

«Mi spiace avere sentito tratteggiare una visione dei beni pubblici in generale e non quale sia il progetto per la Cavallerizza reale – afferma Federica Scanderebech (Rinascita Torino) – Chi ha la responsabilità di guidare una comunità, ha il dovere di dichiarare fin da oggi la volontà di ricostruire. Mi piacerebbe sentirlo dire dalla sindaca».

Superare il dualismo fra pubblico e privato

«Negare che esista una sperimentazione sui beni comuni nella nostra città, sottostimarla o addirittura osteggiarla, vuole dire non avere capito lo scenario più ampio che i beni comuni apriranno all’interno della struttura delle diverse forme del possedere, superando il dualismo rigido fra pubblico e privato – commenta Viviana Ferrero (M5S) – Parliamo di un’esperienza più grande di quello che immaginiamo, dove stiamo lavorando per aprire il ventaglio delle possibilità: patti di collaborazione, gestione civica, uso civico collettivo».

Non strumentalizzare l’incendio

«C’è un po’ di confusione e non mi piace che si chiedano informazioni sull’incendio di questa mattina per parlare di un tema che andrebbe invece affrontato in altra sede e in modo più approfondito – precisa Deborah Montalbano (De.Ma) – E non vorrei che questo incendio, che non è avvenuto nella parte di Cavallerizza occupata, venisse strumentalizzato e possa servire a qualcuno per velocizzare gli interventi di sgombero di quegli edifici».
«Esiste un’unica visione dei beni comuni – risponde l’assessore Marco Giusta – che vuole prevenire il fatto che questi siano utilizzati dagli enti pubblici per fare cassa. L’obiettivo è questo ed è questo che fa muovere questa maggioranza nell’avere un regolamento dei beni comuni aggiornato».
«Il Piano Unitario di Riqualificazione – replica a sua volta l’assessore Iaria – prevede un progetto unitario su tutto il compendio che coinvolge tutti gli attori, Comune, Università e CDP). In merito ai danni, invece, è stato attivato l’iter assicurativo».

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