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La Comunicazione è vita.

Qualcosa si può sempre fare a riguardo.

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La tecnologia dei Ministri Volontari di Scientology è molto pratica, funzionale, il loro motto è "qualcosa si può fare" sia che si tratti di aiutare un vicino un di casa, sia che si tratti di rispondere all'appello di una nazione, colpita da un disastro, dall'altra parte del mondo.

Migliaia di persone di ogni religione sono state addestrate, personalmente oppure online, (ministrovolontario.it) su un'ampia serie di tecniche mentali e spirituali, per migliorare ogni aspetto della vita: studio, matrimonio, figli, mete, successo nel lavoro, comunicazione. Riguardo quest'ultimo argomento Giovanna, ministro volontario da più di vent'anni, racconta una sua esperienza, un piccolo successo personale.

"Dieci anni fa, racconta Giovanna, ho prestato servizio in una scuola di Pinerolo, per due anni. Abitavo in un piccolo appartamento ammobiliato in un vecchio edificio a ringhiera, come ce ne sono tanti anche a Torino.

Tutti gli appartamnti, come è tipico di questo stile di case, si affacciavano sul cortile e quelli del piano terreno si aprivano con porte finestre dirttamente su di esso. In uno di questi abitavano altri   due insegnanti, che lavoravano come supplenti nella mia stessa scuola. Vivevamo tutti in una certa provvisorietà, guardati dagli eporediesi come "foresti". Nell'appartamento a fianco ai miei colleghi  viveva un'anziana ,dall'aspetto inquietante, sembrava più un fantasma che una persona reale, accompagnata,a volte, dalla badante straniera, usciva a fare qualche giro nei dintorni, per il resto del tempo si trascinava avanti e indietro per il cortile, come fanno i matti chiusi nei manicomi, senza mai guardare in faccia nessuno, chiusa in un mondo impenetrabile.Vestita di abiti vecchi del colore di qualche lutto ormai stinto come loro. Una persona "da scansare" quasi portasse male.

Un giorno piovoso, di ritorno con i miei colleghi dalla scuola, notammo che lo stendino, lasciato aperto davanti alla loro porta, era stato chiuso e riparato dietro le persiane socchiuse, eppure erano sicuri di averlo lasciato fuori. L'indomani, mentre attraversavo il cortile la vecchia mi rivolse per la prima volta la parola,  mi farfugliò ,in un misto di dialetto, qualcosa, che, dai suoi gesti, capii che si trattava dello stendino, che lei aveva messo al riparo. Quella persona era viva e si preoccupava dei panni altrui! E tutti, compresi noi, la trattavano come se fosse già morta.

La ringraziai e da quel giorno presi a salutarla ogni volta che la incontravo. All'inizio era solo "buongiorno" e "buona sera" con un sorriso, con un cenno della mano. Ma poi incominciarono i "come va?""tutto bene?" "bella giornata oggi" "ieri era meglio" "domani piove".

Poi mi accorsi che faceva sempre in modo di trovarsi lì quando attraversavo il cortile. Chiesi ai miei figli, che per quei due anni si erano trasferiti con me e frequentavano la scuola a Pinerolo, di fare lo stesso e lo fecero e dopo un po' anche i miei colleghi. Così l'anziana signora, dai vestiti e dalla vita stinta, che si chiamava Maria, iniziò ad avere una piccola folla di persone che comunicava con lei ogni giorno. I saluti e i convenevoli si trasformarono in chiaccherate ed incominciò a raccontarmi, un po' in italiano e un po' in calabrese, la sua vita, i suoi pensieri e scoprii che era saggia. A volte mi stringeva con affetto le mani, qualche altra mi accarezzava il viso e sempre mi augurava ogni bene, lodava i miei figli, mi ringraziava. Era diventata contenta ,piena di affetto,espansiva. Se  m'incontrava per strada o ai giardini pubblici mi veniva incontro con la sua badante per abbracciarmi, cara Maria, non era più uno zombie, era una persona viva. Il miracolo della "comunicazione" prima era spenta come una candela consumata, comunicando era tornata viva e con la gioia di una bambina.

La comunicazione è vita.

Qualcosa si può sempre fare a riguardo.

Maria Grazia Scaglione                                                          Torino 3 Dicembre 2019

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