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Economia - Regione

Ci hanno presi in giro, tutte le proteste per la chiusura degli impianti sciistici in Piemonte

Impianti sciistici in Piemonte di nuovo chiusi: tutte le proteste da sindaci e l’intero comparto neve che rischia di morire

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Proteste per la chiusura degli impianti sciistici

TORINO – «Dovevano dirci chiaramente che questo inverno si stava chiusi, così si evitavano inutili sprechi in un periodo già difficile. Non solo ce lo dovevano dire, ma ci dovevano pagare congrui ristori, che a questo punto abbiamo il diritto di reclamare a gran voce per non dover veder morire l’intero comparto neve». Così Mauro Meneguzzi, sindaco di Sauze d’Oulx, dell’Unione montana comuni olimpici della Via Lattea, che definisce lo stop alla ripresa dello sci «un fulmine a ciel sereno».

Siamo allibiti per la nuova chiusura degli impianti sciistici

«Siamo allibiti. È inconcepibile stoppare una macchina così complessa che, tra mille e mille difficoltà, si era messa faticosamente in moto – sottolinea il primo cittadino – Non ci si rende nemmeno conto cosa ci sia dietro a un impianto aperto. Non si capisce lo sforzo che si fa per rendere le piste luogo di divertimento e svago per i nostri turisti. Come Comune di Sauze d’Oulx abbiamo fatto sforzi enormi per farci trovare pronti. Lo stesso hanno fatto gli operatori della montagna. Siamo qui invece a dover commentare l’assurdità dell’intempestiva decisione del Governo. E per questo mi permetto di censurare pesantemente l’operato del Ministro Speranza».

Le proteste in provincia di Cuneo

Tutti in pista, per protestare contro l’ennesimo stop allo sci. A Pian Munè, piccola stazione sciistica della valle Po, era tutto pronto per la riapertura. Stamattina il gruppo al completo della “Dodonix”, la società che gestisce i rifugi della zona e gli impianti di risalita, si è presentato alla stazione di partenza della seggiovia per esprimere tutto il rammarico per la mancata riapertura. «Non contestiamo la scelta – dicono i gestori – La salute è un diritto da difendere. Contestiamo i modi, i tempi, la mancanza di rispetto e l’indifferenza. Questa mattina siamo qui, perché gli impegni siamo abituati a rispettarli e a onorarli».

Lo stato dovrebbe prendersi cura di noi

«Abbiamo accettato di affrontare un lungo periodo di rinuncia e sacrificio. Lo Stato dovrebbe prendersi cura di noi, non mollarci così – proseguono – Qui il lavoro continua. I nostri progetti proseguono e continueranno a crescere. Andremo avanti nonostante chi dovrebbe prendersi cura di noi ci prende in giro».

E nel VCO gli impianti restano aperti

Lo stop del governo non ferma lo sci alla Piana di Vigezzo, 1.720 metri nel Comune di Craveggia (Vco), nell’omonima valle Vigezzo, in alta Ossola. Nonostante la decisione del ministro Speranza, i gestori della stazione sciistica hanno deciso di aprire gli impianti. «Ancora venerdì la Regione ci aveva assicurato l’apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. E così lo abbiamo fatto», dice Luca Mantovani, uno dei titolari della società che gestisce gli impianti nella valle piemontese a ridosso del Canton Ticino.

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