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Torino, ecco la Banda dei nonni che assaltava i Bancomat

Avevano anche un consulente esterno per l’utilizzo di esplosivi. Video e foto

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Banda dei nonni Torino

TORINO – Tre pregiudicati, di cui due ultrasessantenni, sono responsabili di 5 furti (e tentati furti) a bancomat di Poste Italiane e istituti di credito. Ma anche di 9 furti di autovetture commessi nelle province di Torino e Cuneo nell’autunno scorso. Adottavano la tecnica della “marmotta” e si avvalevano della collaborazione di un consulente esterno – un dipendente di un’armeria – che forniva loro informazioni tecniche per il confezionamento degli ordigni.  La banda impiegava jammer (disturbatori di frequenze), bande chiodate a quattro punte, maschere, guanti e attrezzi da scasso e autovetture rubate con targhe contraffatte.

La Banda dei nonni di Torino

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno eseguito una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica – Gruppo Criminalità Organizzata, Comune e Sicurezza Urbana nei confronti di 3 individui, dei quali 2 già detenuti, ritenuti responsabili di concorso in furto aggravato e detenzione di materiale esplodente.

Il video

Assaltavano bancomat in istituti bancari e uffici postali

Il risultato investigativo scaturisce da una attività d’indagine, condotta tra marzo e novembre 2019, nei confronti di un sodalizio dedito, in maniera seriale, ai furti in danno di istituti bancari e uffici postali, perpetrati mediante forzatura dell’ATM con l’impiego di ordigni esplosivi artigianali (cd “marmotte”) nelle province di Torino e Cuneo. Due dei destinatari del provvedimento giudiziario sono stati raggiunti in carcere dove si trovavano dal 14 novembre scorso poiché già arrestati in flagranza per un assalto al Postamat di Garessio (Cn) mentre il terzo, libero, è stato colpito da un provvedimento di obbligo di dimora. 5 in totale i furti contestati consumati a sportelli automatici di Poste Italiane e Istituti di Credito, 9 quelli delle autovetture impiegate per commettere gli assalti agli ATM.

Il consulente esterno

Fondamentale l’apporto tecnico di un “consulente”, esperto di armi ed esplosivi, dipendente di una armeria, il quale forniva sostanza esplodente da miscelare a quella già in possesso dei malfattori al fine di garantire la massima potenza deflagrante con piccole quantità di materiale. Le “marmotte” così confezionate venivano anche testate preliminarmente su vetri blindati di istituti di credito dismessi al fine di valutarne potenzialità ed efficacia dirompente.

Disturbatori di frequenza e candelotti

Nel corso delle indagini sequestrati chiodi a 4 punti, candelotti pirotecnici da svuotare per ricavarne polvere pirica, disturbatori di frequenze, bande chiodate, artifizi già pronti.

Informazioni e video forniti dal Comando Provinciale Carabinieri Torino

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