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Cosa succederà da qui a dopo Pasqua, ammesso che calino davvero i contagi?

Se tutto va come si spera, anche dopo la fine della quarantena e del lockdown da coronavirus in Italia, si dovrà procedere per tappe, e chissà se e quando tutto tornerà alla normalità. Le tappe previste dal calendario del Governo

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Se calano i contagi cosa succederà

Quello che è certo è che il nuovo decreto del Governo sulle misure di contenimento del Coronavirus, dette anche lockdown, farà durare le disposizioni sino al 18 aprile – ossia dopo Pasqua. Ciò che accadrà poi è ancora tutto da vedere, ma si ipotizza che le precauzioni saranno elevate almeno sino a maggio. Se tutto andrà come si spera, e i contagi caleranno drasticamente, allora si potrà parlare di una graduale uscita dall’emergenza. Ma cosa succederà a tutti noi?

Usciremo mai di casa? Tutto dipende dal Parametro R0

Prima di arrivare a dichiarare di aver vinto la battaglia contro il Coronavirus Covid-19 in Italia servirà senz’altro ancora del tempo. Anche se i dati di ieri fanno ben sperare, tutto dipende da cosiddetto Parametro R0, che non è ancora sceso sotto l’1. Come spiega l’ISS, «il parametro importante in un’epidemia di una malattia infettiva è il cosiddetto R0 ovvero il “numero di riproduzione di base” che rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile, cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno emergente. Questo parametro misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva». Fino ad allora, dunque, non sappiamo quale sarà la nostra sorte. Intanto, il Consiglio dei ministri che si riunirà tra mercoledì e giovedì ribadirà il mantenimento della serrata totale fino a Pasqua, per poi indicare quello che sarà il percorso a seguire.

I possibili spiragli

Se davvero allora il Parametro R0 scenderà, si apriranno possibili spiragli. Tuttavia, non prima di maggio si potrà sperare di andarsi a fare finalmente una passeggiata all’aria aperta, magari insieme alla famiglia o agli amici. E, ammesso che lo si possa fare, dovremo quasi certamente ancora mantenere la distanza di almeno 1 metro gli uni dagli altri, e indossare la mascherina. Allo stesso modo, non troveremo ancora aperti né bar né ristoranti – così come i negozi di abbigliamento, le palestre o i centri estetici.
Come accennato, il nuovo DPCM e le relative indicazioni dovrebbero essere attive da sabato 4 aprile e dureranno fino al 18 aprile. Ma sino al 12 non cambierà di certo nulla. Come confermato dal ministro della Salute Roberto Speranza: «Nella riunione del Comitato tecnico scientifico è emersa la valutazione di prorogare tutte le misure di contenimento almeno fino a Pasqua. Il Governo si muoverà in questa direzione».

Chi, forse, riaprirà

Dopo Pasqua – sempre se tutto va bene – si valuteranno le possibili riprese di alcune attività imprenditoriali come per esempio quelle dell’indotto alimentare e chimico-farmaceutico, che sinora non erano state comprese tra i servizi essenziali. Allo stesso modo, i ministri stanno valutando i diversi scenari che coinvolgono sia le imprese che tutti coloro che si ritrovano in difficoltà, senza lavoro e senza stipendio, sia il disagio derivante dall’obbligo di rimanere a casa. Questo non significa che si dovrà abbassare la guardia, perché se mai inizieremo a uscirne, questo sarà anche e soprattutto dovuto alle misure di contenimento.

Il picco dei contagi è arrivato?

Qualcuno ha ipotizzato che il picco dei contagi sia arrivato, mentre qualcun altro dice che ancora non ci siamo. Secondo il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, il picco in realtà potrebbe dover ancora arrivare e, nel caso, avverrà «nel giro di 7, 10 giorni». Se così sarà, da quel momento in poi dovrebbe davvero calare il numero dei nuovi contagiati. Tuttavia, per raggiungere un R0 pari 0,7 o 0,8 ci potrebbero volere anche due o tre settimane – il che significa almeno a fine aprile. In ogni caso, per la riapertura di locali pubblici in cui è più probabile vi sia un maggiore affollamento di persone, come bar, pub, ristoranti, discoteche, sale convegni e fiere la strada pare sia ancora lunga. Anche se la possibilità di stare all’aperto aumenterà con la stagione estiva, il problema rimane sempre il possibile contatto ravvicinato tra le persone.

Cambieranno tante cose

Una cosa è sicura: l’epidemia di Coronavirus ha cambiato e cambierà molte cose nella nostra società e nella nostra vita. Dovremo probabilmente riscrivere alcuni modi di rapportarsi al mondo del lavoro e della convivenza. Così come i nostri comportamenti. Molto probabilmente, per un bel pezzo dovremo stare attenti alle distanze: non a caso anche i locali pubblici – anche quando l’emergenza sarà finita – dovranno garantire requisiti diversi da quelli che erano in vigore prima dell’arrivo di Covid-19. Per esempio, dovranno garantire il rispetto della distanza obbligatoria tra i clienti, sia che si tratti di tavoli di un ristorante o bar che per quelle che sono le aree comuni. Allo stesso modo dovrà essere garantita l’igiene e la purezza degli ambienti in presenza di impianti di aerazione. Insomma, aspettiamoci davvero che le cose non siano più come prima.

Coronavirus: secondo Ranieri Guerra dell’Oms, «Si poteva chiudere 15 giorni prima»

Ma si poteva evitare tutto ciò? Forse sì, perché secondo Ranieri Guerra dell’OMS, si poteva e si dovevano chiudere tutto già 15 giorni prima dello scoppio dell’epidemia in Italia e poi in Europa. «Al momento dello scoppio epidemico in Cina ci sarebbe stata l’opportunità di una finestra di 15-20 giorni in cui sarebbe stato possibile intervenire, anche con chiusure in altri Paesi – ha dichiarato Ranieri Guerra, vicedirettore generale Iniziative strategiche OMS». L’epidemia da coronavirus «con quei numeri era inevitabile che arrivasse in Italia e in Europa come è successo. Avrei messo in quarantena la popolazione», conclude Guerra.

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Immagine di copertina rappresentativa. Credit: pixabay-mohamed-hassan

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