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Animali

A Torino il mattatoio degli orrori

A Torino, in via Traves, il mattatoio degli orrori: i poveri animali ridotti a uno scheletro. Con le corna incastrate, urlavano di dolore». La denuncia della veterinaria

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Mattatoio Torino

Il mattatoio di Torino, in via Traves, è stato definito il mattatoio degli orrori, dopo la denuncia di una veterinaria che ha avuto il coraggio di rivelare quanto stava accadendo lì dentro. Da quel momento è scattata un’inchiesta e il conseguente processo.

Urla nel silenzio

La veterinaria dottoressa Raffaella Rua, dopo aver visto cosa stava accadendo all’interno del mattatoio di via Traves, sconvolta ha poi avuto il coraggio di denunciare quanto da lei visto. La gestione degli animali lì tenuti e destinati al macello sembra fosse paragonabile a una sala degli orrori. Nei verbali del processo, si riporta come gli animali, ridotti a uno scheletro, “vivessero” in condizioni spaventose. Le loro urla di dolore, con le corna incastrate nelle sbarre, si sentivano persino fuori, racconta la veterinaria. «Quando si fanno male si incastrano lì, ho delle foto dove… incastravano la testa con le corna dentro le sbarre, urlavano dal dolore – si legge nei verbali delle udienze – Le urla le sentivi anche da fuori e non riuscivi neanche… Era da tapparsi le orecchie». E, non a caso, proprio chi lavora in questi posti utilizza dei tappi per le orecchie.

Scheletri di animali

Sempre nei verbali del processo, intentato ad Andrea, Roberto e Stefano Chiabotto, azionisti di Rosso Spa un’azienda concessionaria del mattatoio di via Traves, si legge che i «Buoi da 125 chili ne pesavano 30, affetti da broncopolmonite grave e col fegato pieno di ascessi». Come riporta La Repubblica, i fatti risalgono al 2013 e al 2014, e la sentenza è attesa per il 20 novembre 2019.

Una storia sconvolgente

«La storia del macello di Via Traves è sconvolgente e dimostra ancora una volta che la situazione dei macelli italiani è gravissima e preoccupante – commenta Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality Italia – Da tempo stiamo chiedendo riforme legislative e misure più efficaci per fare in modo che tutto questo non si ripeta, con una Campagna che abbiamo lanciato a dicembre 2017 e che ha mostrato con diverse investigazioni che i macelli italiani sono luoghi a porte chiuse in cui avvengono crudeli maltrattamenti e abusi che vanno fermati. Con la nostra Campagna chiediamo anche l’introduzione delle telecamere CCTV, un modo che permetterebbe di monitorare al meglio ciò che accade in queste strutture e che aiuterebbe proprio in casi come quello del macello di Via Traves».

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