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Ambiente e Natura

Pfas, gli screening hanno rilevato altri inquinanti nel Po

I Pfas non sono un problema limitato alla regione Veneto, si tratta di un problema nazionale. E nel Po è stato appena rilevato un nuovo inquinante. Ecco quali sono i rischi per la salute umana

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Il problema Pfas in Italia non sembra essersi arginato, anzi, sembra stia degenerando ulteriormente. Nel fiume Po, infatti, è stato trovato un altro inquinante appartenente a una categoria di nuova generazione: la c6o4. Il rilevamento è stato eseguito dall’agenzia Arpav. Tuttavia, la contestata Miteni, l’azienda – ora fallita – di Trissino dalla quale era nato il caso in Veneto, non avrebbe alcuna responsabilità. Il governatore Luca Zaia rilancia la palla al Governo.

Una questione nazionale

Secondo il governatore la questione sarebbe nazionale e, di conseguenza, «non può essere racchiusa alle province di Vicenza, Verona e Padova». Il Veneto sta predisponendo una segnalazione alle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. È importante sottolineare che al momento non vi sono limiti europei e nazionali, quindi, per motivi precauzionali, il gestore della rete idropotabile ‘Acque Venete’ ha ordinato nuove batterie di filtri.

Pfas anche nei bambini

Nel frattempo, brutte notizie dai recenti rapporti derivanti dai nuovi screening: le concentrazioni di Pfas sono state riscontrate anche nei bambini, seppur in misura inferiore ai soggetti adulti.

Cosa sono i Pfas?

Pfas è l’acronimo di Sostanze Perfluoro Alchiliche o acidi perfluoroacrilici: composti chimici derivanti dall’industria e utilizzanti generalmente in forma liquida. Sono estremamente resistenti alla naturale degradazione, quindi possono persistere nell’ambiente per molto tempo. Essi vengono utilizzati per lo più durante il trattamento dei tappeti, per la conciatura delle pelli, durante la produzione di carta, di padelle antiaderenti e nell’abbigliamento.

Lo smaltimento illegale dei Pfas

Il pericolo principale è rappresentato dallo smaltimento illegale dei PFAS. In questo modo, infatti, i composti chimici penetrano nelle falde acquifere. Ne deriva un pericolo ancor maggiore: i campi coltivati vengano irrigati con acque contaminate. E noi mangiamo alimenti che possono mettere in pericolo la nostra salute, compresi quelli biologici. D’altro canto, i Pfas sono pericolosi anche per la salute di animali e piante.

Pfas e rischio tumori

Già ricerche precedenti avevano puntato il dito contro i Pfas, sostenendo che essi siano in grado di interferire con il normale sistema endocrino causando danni negli organismi in crescita e problemi di fertilità. Si ritiene che siano anche associati alla formazione di diversi tumori come quelli ai reni e ai testicoli. Inoltre, potrebbero causare danni alla tiroide, all’intestino e alle donne in gravidanza.

Pericolo per il feto

Ernesto Burgio, pediatra e membro dell’European Cancer and Environment Research Institute di Bruxelles, ritiene che i Pfas siano un vero e proprio pericolo che potrebbe provocare gravi danni alla salute umana, peggio se associati allo smog. «Sono a rischio – ha spiegato Burgio al Giornale di Vicenza – embrione, feto, bambino, ma gli effetti si sconteranno fra 20-30 anni sotto forma di disturbi del neuro sviluppo, di malattie degenerative, patologi autoimmuni, Alzheimer, dislessia, autismo, allergie. Aumenteranno i tumori giovanili. Dilagheranno diabete e obesità». Tutto ciò che sappiamo al momento, quindi, è che se non si prenderanno provvedimenti al più presto, i Pfas potrebbero cambiare in maniera drammatica il futuro dell’umanità.

Fonte: diariodelweb salute

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