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Ambiente e Natura

Scorie nucleari a Caluso, Italexit: «Il Canavese non è la discarica d’Italia, il Ministero fermi il progetto»

Il partito di Paragone contro la costruzione di un deposito di rifiuti radioattivi in un’area già profondamente in difficoltà in termini di emergenze ambientali.

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Scorie nucleari in Piemonte

Il Ministero dell’Ambiente, insieme a quello dello Sviluppo Economico, ha recentemente presentato la lista dei 67 siti idonei per il deposito dei rifiuti radioattivi italiani: tra questi viene indicata un’area compresa tra Caluso, Mazzè e Rondissone.

Una lista di emergenze ambientali irrisolte

La lista delle emergenze ambientali irrisolte in questa zona del Canavese è estremamente preoccupante. Le più urgenti sono senza dubbio lo smog causato dagli svincoli della A4 per il polo logistico di Amazon, le discariche di Chivasso e Torrazza, la centrale a biomasse dell’ex Lancia e il deposito dello smarino della TAV a Torrazza. A queste si aggiungerebbe la possibile creazione di un impianto di produzione di biometano e compost nell’area ex Edilias e, da oggi, anche il deposito di scorie nucleari.

Una pietra tombale per il territorio

Per Italexit con Paragone tale scelta rappresenterebbe la pietra tombale per questo territorio, evidentemente considerato da Roma come la discarica d’Italia in cui tutto è lecito. Il copione è sempre lo stesso: progetti solitamente obsoleti descritti come incredibili opportunità per lo sviluppo e l’occupazione dei comuni interessati, ma che diventano in poco tempo delle mangiatoie per le aziende private che si spartiscono centinaia di milioni di fondi pubblici tra appalti e consulenze.

In questi mesi di lockdown abbiamo assistito a un’insolita accelerazione circa il numero di iniziative simili presentate nel Canavese e nel resto del Piemonte, quasi come se si volesse sfruttare l’impossibilità per comitati e cittadini di scendere in piazza a protestare: chiediamo quindi che siano le amministrazioni locali (inclusa Appendino, in qualità di Sindaco Metropolitano) a opporsi a questi progetti. Se lo smaltimento dei rifiuti radioattivi è una necessità per il paese, i ministeri competenti hanno l’obbligo di perseguire strade che non vadano ad appesantire la condizione di territori già profondamente in difficoltà.

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