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Ambiente e Natura

Casello di Beinasco: è pericoloso per la salute dei cittadini, ma nessuno interviene

Il sindaco di Rivalta: «continuiamo a non capire perché ci sia ancora nonostante la concessione sia scaduta orami da due anni e perché continuiamo a pagare». «Mi sento responsabile della salute dei miei cittadini»

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TORINO – La protesta contro il casello di Beinasco è arrivata in Città Metropolitana. Mercoledì 19 giugno sindaci, amministratori, associazioni, comitati e cittadini si sono dati appuntamento a Torino in corso Inghilterra 7 per portare all’attenzione della sindaca della Città Metropolitana Chiara Appendino e della sua maggioranza la questione ancora irrisolta della barriera autostradale, la cui concessione è scaduta da oltre due anni. Alla manifestazione erano presenti i primi cittadini di Rivalta di Torino, Beinasco, Piossasco e Bruino, il Comitato Frazione Pasta, una delegazione di Legambiente Piemonte Valle d’Aosta e alcuni comitati spontanei di cittadini.

Prima di tutto, la salute dei cittadini

«Come sindaco sono responsabile della salute dei miei concittadini e quindi anche della qualità dell’aria che respiriamo» ha detto Nicola de Ruggiero, sindaco di Rivalta di Torino. «L’Arpa ha certificato che la responsabilità degli alti livelli di PM10 registrati nella nostra città è da attribuirsi al casello di Beinasco. Qualora un magistrato mi chiederà conto della qualità dell’aria di Rivalta chiederò ad altri di dividere con me le eventuali responsabilità».

Una situazione insopportabile

La situazione del traffico e dell’inquinamento causato dalla presenza della barriera autostradale di Beinasco – come certificato anche da due campagne di monitoraggio di ARPA – è diventata insopportabile e necessita di una chiara e definitiva assunzione di responsabilità da parte di chi amministra la Città Metropolitana. Proprio la Città Metropolitana di Torino è infatti azionista di Ativa, la società che gestisce la tangenziale e incassa i soldi dei pedaggi.

Perché esiste ancora?

Spiega ancora Nicola de Ruggiero: «continuiamo a non capire perché questa barriera continui a esistere nonostante la concessione sia scaduta orami da due anni e perché stiamo pagando 1 euro e 70 centesimi a passaggio. Chiediamo alla Città Metropolitana, che è azionista di ATIVA, di mettere fine a questa situazione. La politica deve assumersi le sue responsabilità e parlare chiaro ai cittadini».

Un silenzio vergognoso

Da troppo tempo sulla vicenda del rinnovo delle concessioni autostradali si registra un vergognoso silenzio: nessuno riesce a spiegare perché a oggi, a concessione ormai scaduta da oltre due anni, si continui a pagare un pedaggio che era funzionale alla realizzazione della Torino-Pinerolo ormai terminata. Nessuno riesce a spiegare perché ancora oggi il Ministero delle Infrastrutture non abbia definito nulla sul rinnovo delle concessioni autostradali. Nessuno riesce a spiegare perché la Città Metropolitana, socia al 18% della società che gestisce la Torino-Pinerolo, non chiarisca ai cittadini le motivazioni per cui questo casello continua ad esistere.

Disagi alla viabilità e all’ambiente

Una vicenda, quella del casello, che provoca un gravissimo disagio alla viabilità e all’ambiente, soprattutto del quartiere Pasta. È evidente che per non pagare il pedaggio gli automobilisti trovano nella bretella Sito e nella SP6 una valida e economica alternativa. «Insieme al Comitato Frazione Pasta questa amministrazione continuerà a far sentire la sua voce fino a quando non arriveranno risposte e provvedimenti chiari, a tutela della salute di tutti» conclude ancora il sindaco Nicola de Ruggiero.

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