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Armati di pinzoni per ripulire le piazze. Volontari al lavoro per una Torino migliore

Mattinieri e armati di pinzoni e giubbotti ad alta visibilità. Ecco i volontari che si prendono cura della nostra città

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Una risata contagiosa echeggia nella piazzetta Chiesa della Salute, non così vuota come ci si potrebbe aspettare la mattina di Ferragosto.

Le campane del santuario a mezzogiorno suonano a festa. Seduti sulle panchine, piccoli gruppi di anziani, persone di mezza età e ragazzi conversano tranquillamente, mentre alcuni bimbi corrono dietro i colombi.

E’ un giovedì soleggiato di mezza estate, ma relativamente fresco. Un paio di volontari, indossano un giubbottino ad alta visibilità con la scritta Volontari della Comunità di Scientology. Tra le persone, gli alberi e le panchine, raccolgono da terra con i pinzoni centinaia e centinaia di mozziconi. A parte, raccolgono il resto: cartacce, tappi di bottiglia, vetri rotti, pacchetti di sigaretta, bottigliette, lattine, bicchieri di plastica.

Quasi tutti li osservano, si chiedono cosa stiano facendo, nonostante sia evidente.

Sono volontari: verranno pagati? Qualcuno si alza a chiedere. “No, non siamo pagati. Avevamo qualche ora libera ed abbiamo deciso di dedicarla a migliorare un po’ questo angolo di periferia.” A chi lo desidera consegnano un libretto, La Via della Felicità “E’ una semplice guida al buon senso scritta da L. Ron Hubbard”, spiega Claudio, uno dei due, mentre la signora che lo riceve risponde “c’è tanto bisogno di buon senso!”.

Eh sì, ce n’è tanto bisogno. “Ma non dovrebbero essere le istituzioni ad occuparsi della sporcizia in città?”, chiede un passante canuto con tono perentorio, quasi seccato, “…con tutto quello che paghiamo di tasse!”.

Inizia un dibattito sulla politica inconcludente e su chi dovrebbe fare che cosa.

“Noi non ci occupiamo della sporcizia – risponde Giuseppe, l’altro volontario – e nemmeno di politica. Ci occupiamo delle persone e dell’ambiente che sta attorno a noi. Abbiamo tutti il diritto e dovere di prendercene cura.” Il dibattito sulle panchine prosegue, ma è più riflessivo, meno da tribuna elettorale. Qualcuno si ferma un attimo a riflettere.

Tra molta curiosità, qualche complimento e un malcelato risolino di scherno i volontari proseguono senza sosta.

A fine raccolto c’è un sacco pieno di cicche; un altro sacco di altra immondizia varia. Riciclando i mozziconi verrà forse fatta una scultura. E’ un bel raccolto, ma è l’unico caso in cui si auspica un interminabile periodo di magra.

Libera dalle cose distrattamente lasciate cadere a terra la piazzetta ora è ancora più bella, ma le panchine si svuotano, è ora di pranzo, il pranzo di Ferragosto.

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