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Come Italia e Spagna hanno reagito alle restrizioni legate al gioco d’azzardo

Gioco d’azzardo e proliferazione del settore illegale: ecco come Italia e Spagna hanno reagito alle restrizioni

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casinò online
Restrizioni al gioco d'azzardo

Nel 2019 i miliardi erano stati 12, quasi raddoppiati coi 18 miliardi del 2020. Un numero che poteva essere più alto, se la filiera del gioco legale non avesse agito in un orizzonte troppo limitato, favorendo inevitabilmente il proliferare del settore illegale, il cui giro d’affari si proietta sulle stesse cifre. Sono incontrovertibili dati confermati dal rapporto Censis-Lottomatica.

In una recente intervista rilasciata da Yohan Leon sono stati approfonditi alcuni temi legati alle restrizioni che i governi europei, in particolare quello italiano e spagnolo, hanno adottato per gli operatori di gioco. Sul fronte del mercato italiano è emerso che i portali hanno smentito quasi tutte le previsioni che volevano che il total ban advertising avrebbe portato al declino della filiera. Tramite ovviamente uno sforzo immane, con una reazione di nervi tramite il lancio di nuovi canali di comunicazione e una celere variazione delle strategie di marketing. Complessivamente tutti i casinò online del circuito AAMS e le piattaforme di betting hanno puntato sulle campagne di responsabilità sociale per il gioco responsabile e la protezione dei giocatori. Nell’ultimo triennio tutti i principali marchi hanno lavorato per sostenere l’industria del gaming, ottenendo discreti risultati. I divieti vigenti in Italia e Spagna non hanno ridotto gli investimenti in chiave marketing, anzi tutt’altro.

Un fronte su cui si è cominciato a puntare con sempre più insistenza è quello del marketing, anch’esso inevitabile cambiato dal periodo di Covid. Tutti hanno puntato su strategie di omnichannel, investendo soldi destinati ad altro per il SEO e avanzate tecniche di fidelizzazione. Ha trovato spazio, in questo contesto, anche l’affiliazione e le partnership con altri portali.

In Italia il nuovo modo di fare marketing ha investito le nuove comunicazioni informative, che i portali hanno reso centrali per tutti i giocatori. In Spagna come è andata? Con una legge, quella Garzon, il governo ha limitato la pubblicità sul gioco dall’1 alle 5 del mattino. In Spagna però la visibilità notturna ha un vantaggio non indifferente, poiché le tv fanno da casse di risonanza trasmettendo le pubblicità di vari eventi, in larga parte legati ai casinò e al poker. Così tutti gli operatori del DGOJ, l’ente rappresentativo del gioco spagnolo, stanno adottando strategie di marketing diversificate, molto simili a quelle del mercato italiano.

Altri territori possono prendere esempio? Gli errori di comunicazione, soprattutto in tempi di restrizioni, sono all’ordine del giorno, tanto più se si parla di grandi marchi di gambling. Il rischio, concreto in questo caso, è che nel fare pubblicità si passi alla promozione incontrollata del gioco d’azzardo. La mission resta sempre la stessa: diffondere, ovunque, un’idea del gioco che sia responsabile e sicura. A questa idea si stanno allineando tutti.

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