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Festa del Primo Maggio: «c’è poco da festeggiare». Ecco perché

Nasciamo tutti uguali e liberi ma poi? Cosa accade alle nostre vite? Le persone e, soprattutto, i lavoratori, non dovrebbero avere né barriere sociali né geografiche. Ma la realtà è che i diritti umani non sono uguali per tutti. Una lettera che fa riflettere, che ci fa ricordare che anche se alcuni diritti sembrano un lusso non bisogna arrendersi mai

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Il primo maggio si celebra la Festa del lavoro, data per ricordare la rivolta dei lavoratori di Chicago del primo maggio 1886 repressa nel sangue. In questo giorno si ricorda la lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né sociali, per affermare i propri diritti, per migliorare la propria condizione.

C’è poco da festeggiare

Guardando alla situazione attuale, non solo italiana, verrebbe da dire che c’è poco da festeggiare, i diritti sembrano un lusso e rivendicarli per le persone più vulnerabili e fra queste le persone con disabilità appare una battaglia contro i mulini a vento, una utopia epica come quella di Don Chisciotte e Sancho Panza.

Mai arrendersi

Ma non è così e in queste situazioni che bisogna non arrendersi e aumentare la propria voce prestandola anche a chi non ce l’ha. Non vergognarsi e non desistere ,alleandosi con tutte le persone alla pari e /o in condizioni peggiori , senza incolpare altri e trovare bersagli per sfogarsi perdendo di vista le ragioni dei diritti per tutti.  Riscopriamo la capacità di gridare il re è nudo come fanno i bambini con le proprie opinioni. Mettiamo al centro i diritti umani universali, nasciamo tutti uguali e liberi

Buon 1 Maggio

(Paolo Del Luca, Apic Torino)
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