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Curiosità

Un torinese in Colombia ai tempi della pandemia: la testimonianza

Sono molti gli italiani (e i torinesi) che erano e sono all’estero durante lo scoppio della pandemia di Covid 19. Testimoni di cosa accade in altri Paesi e fautori di iniziative per aiutare chi è più in difficoltà, più povero e disagiato. La storia di Christian

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Un torinese in Colombia

La pandemia di Coronavirus Covid-19 ha colpito duro. Non solo l’Italia, lo sappiamo, ma anche molti altri Paesi al mondo. Ad averne sofferto di più sono proprio quelle nazioni che già prima dell’emergenza sanitaria non se la passavano molto bene: sono i Paesi in via di sviluppo, quelli da sempre più poveri e con problemi irrisolti. Gli italiani all’estero sono moltissimi: si parla di oltre 5 milioni. Tra questi, tanti si sono ritrovati a esserlo quando è scoppiata la pandemia; altri lo erano già da prima per scelta personale, per necessità o lavoro. Uno di loro, torinese DOC, si trovava e si trova tutt’ora in Colombia – altro Paese colpito duramente dall’emergenza sanitaria. Sensibile ai problemi di questa popolazione, ecco che si è tirato su le maniche e ha pensato a un modo per aiutare la popolazione.

Sentirsi un parte di un popolo meno fortunato

Nato e cresciuto a Torino, Christian Benvenuti, oggi conosciuto come Krish, è uno dei 5.300.000 italiani che vive all’estero. Da cinque anni ormai è residente a Santiago de Cali, città tropicale e cuore del Pacifico Colombiano. Oggi Christian è popolare in Tv, è ambasciatore di Brand, si dedica a politiche social, scrive e insegna. Grazie alla Fondazione Santa Ines, studia Pedagogia all’Università Cooperativa di Colombia e insegna meditazione in due collegi in una delle zone più difficili di Cali. E oggi ha ideato una campagna per aiutare gli studenti e le loro famiglie dopo la pandemia.

L’idea di Christian per aiutare studenti e famiglie

«Nei collegi dove lavoro la meditazione è una materia ufficiale ed alta intensità, sono cinque ore settimanali – spiega Christian – Fa parte del piano di studi e della Autoestimidad, nuova pedagogia creata dall’ex frate Alvaro Cristiano Valcarcel. Sto formando i professori e insegno ai bambini e ai ragazzi (dal “prescolare” che comincia a 5 anni fino al grado 11 che termina a 16/17 anni). Quando mi hanno proposto questo lavoro i miei amici erano spaventati – sottolinea Christian – La violenza in Colombia è ancora molto diffusa e nelle grandi città come Cali. È un qualcosa che fa parte della quotidianità soprattutto in certi quartieri. La società colombiana è ancora molto classista ed è divisa in strati che vanno dal numero 1 al 6».

Gli “strati” sociali in Colombia

«Ancora oggi – spiega Christian – per molte persone che vivono in un quartiere di strato 1 è impossibile sognare un futuro differente, l’aspettativa di vita in molti casi non supera i vent’anni. Il narcotraffico e la delinquenza quando non ti uccidono da giovani, al massimo ti regalano un futuro come sicario, prostituta o comunque una vita ai margini. Ma è proprio lì che si può dare vita un cambiamento, e quando ho conosciuto il progetto me ne sono subito innamorato. Così come mi sono innamorato della Colombia, un Paese dalla natura magnifica, ricco di cultura, arte e tradizioni ancestrali e con persone estremamente gentili. In principio non capivo come fosse possibile essere sempre gentili, felici e grati quando in tutte le famiglie c’erano ferite di una storia tanto violenta. Era la resilienza».

Vivere e sperimentare l’esperienza

«Qui – prosegue Christian – mi sono reso conto che potevo vivere e sperimentare quello che la filosofia indiana mi aveva insegnato e che la mia esperienza poteva essere di aiuto. Era una piccola goccia che, come diceva Madre Teresa, avrebbe contribuito a formare un oceano. Sono convinto che non si può combattere la violenza con altra violenza, l’odio con l’odio, l’ignoranza con l’ignoranza. Già usare il verbo combattere è una trappola, penso sia meglio usare il verbo nutrire.  Nutrire d’amore è la chiave».

Niente più casi di violenza

Quali risultati si sono ottenuti negli anni?
«Nel collegio, attivo dai 23 anni, grazie alla nuova pedagogia e alla meditazione – spiega Christian – negli ultimi anni non si sono più registrati casi di violenza, utilizzo di sostanze stupefacenti e nessuna studentessa è rimasta incinta (in Colombia il numero di ragazze madri è altissimo e molte partoriscono già a 13/14 anni).

Il progetto per aiutare i bambini e le famiglie più povere

Per rendere reali gli aiuti ai bambini e alle famiglia più povere della Colombia, Christian insieme ad altri volontari ha organizzato una raccolta fondi su un sito di crowdfunding. Per dare una mano al progetto ci si può collegare al sito a questo link: https://armatuvaca.com/vaca/Xn121914Ife71053

Un cambio di paradigma

«Adesso introduciamo anche una consapevolezza su una alimentazione più sana: tema negli ultimi anni molto in voga nel Paese, però solo alla portata delle classi alte. Credo che siano temi importanti che aiutano anche a spezzare paradigmi e a contribuire al cambiamento della società, che necessita unire la modernità più etica con un ritorno alle origini, In America Latina l’economia è manipolata dalle multinazionali, che hanno un grande potere, ed è facile vedere un povero senza acqua che però ha una Coca Cola in mano. È un Paese che preferisce importare frutta quando ne e ricchissimo.

Poi è arrivato il Covid-19

«Negli ultimi anni la Colombia stava facendo passi da gigante – fa notare Christian – poi però anche qui è arrivato il Covid 19. Dopo più di 100 giorni siamo ancora in isolamento (quarantena fino al 15 luglio) e questo sarà un colpo duro per l’economia e la vita sociale del Paese. Per questo abbiamo deciso che quando i ragazzi potranno tornare al collegio inizieremo a offrire loro una merenda e un pranzo sano (molti mangiano solo 1 volta al giorno). La Colombia, pur con tutti i suoi problemi, è un Paese meraviglioso – sottolinea Christian – È anche la terra di Garcia Marquez, di Botero, del caffè, dei fiori, degli animali esotici, del ballo e della musica… Insomma, è un terra che merita di essere rivalutata e, naturalmente, aiutata.

Una breve biografia per conoscere meglio Christian

Christian Benvenuti nasce nel 1974 a Torino da una famiglia anch’essa di origine torinese. Sin da piccolo non accetta le regole conformiste della società preferendo giocare con una vecchia clochard e un gatto. Studia all’Istituto La Salle però alla geometria preferisce l’arte e l’esoterismo. Affascinato da Paola Borboni e Anna Bolens studia teatro e frequenta la Torino esoterica degli anni ‘90.
Si trasferisce a Roma dove lavora in teatro cinema e televisione. Entrando a far parte della famiglia del Sistina gli si aprono le porte de “La grande bellezza” che, dopo i primi entusiasmi, lo affondano in una crisi personale che lo porta a Calcutta in India. Era il 31 dicembre del 1999 quando nella Casa dei Moribondi di Madre Teresa decise di dare un altro senso alla sua vita. Incominciò così a studiare Ayurveda, Yoga, Meditazione e Cucina.

Christian Benvenuti

Per dieci anni viaggia anche due o tre volte all’anno in India ed è proprio grazie ad Amma, la guru degli abbracci che conosce Alexander Hau Singh Valencia (un colombiano di origini orientali che viveva a Israele) e che diventerà suo compagno di vita. I due fondano il Centro di Cultura Abhaya Dana portando a Torino esperienze di cultura, arte e benessere dall’India (il primo Diwali in riva a Po lo crearono loro nel 2007).

Nel 2011 stanchi di lavorare con persone che non vivevano con autenticità quello che insegnavano decisero di trasferissi a Pune in India dove creano una clinica ayurvedica. Presto Christian si rese conto che vivere in India non è come quando ci si va da turisti, e dopo aver formato una società, assunto personale, preso una casa, un’auto, la patente e la residenza decide di tornare in Italia. Qui inizia a cucinare e continua a insegnare yoga e ayurveda. Scrive di benessere e i giornali incominciano a occuparsi di lui, però il suo cuore è triste e ferito dai ricordi indiani.

E così per distrarsi decide di viaggiare, prima in Tunisia e poi in Colombia, un Paese che lo spaventava e per nulla lo affascinava. Però fu proprio lì che una notte di luna piena con un gruppo di indigeni sente parlare un colibrì che gli svelò la sua missione. Il suo cuore adesso era felice e decide di trasferirsi in quel Paese che per molti evoca solo ricordi legati alla violenza del narcotraffico e della guerriglia.

Qui inizia a parlare di alimentazione, di benessere e salute e si rende conto del potenziale della natura colombiana (è il secondo paese al mondo per biodiversità). E quando la Colombia firma la pace, incontra il guru indiano Sri Sri Ravi Shankar che grazie all’insegnamento della meditazione ai guerriglieri e alle vittime ha contribuito al processo di pace. Allora Christian comprende come unire tutto quello che ha imparato e sperimentato. Crea un programma di nutrizione per corpo, mente e spirito per insegnare a vivere pienamente e in felicità.

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