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Coronavirus a Torino: gli ospedali prossimi al collasso. Difficile ormai fare i tamponi. Scoppia la protesta

L’emergenza Coronavirus Covid-19 a Torino e in Piemonte rischia di portare al collasso le strutture sanitarie e gli ospedali. Scarseggia il materiale, difficile fare i tamponi e il personale è allo stremo. Scoppia la protesta

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Coronavirus Piemonte e Torino

Lo tsunami Coronavirus Covid-19 ha colpito duro l’Italia e le regioni. Anche Torino, per quanto la situazione non sia la stessa di altre regioni come la Lombardia, non se la passa benissimo – specie per quel che riguarda la sanità. Gli ospedali cittadini, infatti, sono prossimi al collasso: manca il materiale – tanto che è ormai difficile pure fare i tamponi – il personale è allo stremo e i cittadini iniziano a protestare. Cosa ci dobbiamo aspettare?

I posti (e il materiale) in ospedale scarseggiano

L’avvertimento era già arrivato gli scorsi giorni dal prof. Giovanni Di Perri, responsabile Malattie Infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia: il sistema sanitario non è preparato per uno sforzo simile a quello che ha richiesto (e richiede) un’emergenza come quella che ci è capitata tra capo e collo. Per cui è quasi scontato aspettarsi un collasso del sistema, e gli ospedali piemontesi e torinesi ci sono quasi. Difatti, ormai i posti scarseggiano così come il materiale (tamponi, mascherine, termometri, filtri respiratori, camici plastificati, guanti e disinfettanti). Anche perché il Piemonte ha (giustamente) accolto le richieste d’aiuto di altre regioni allo stremo come la Lombardia. Dopo il primo “passaggio” di consegne per due pazienti arrivati da Pavia a Moncalieri, ci dobbiamo aspettare altri arrivi dalla regione vicina, che già non riesce più a gestire l’emergenza coronavirus nelle strutture sanitarie. Ma anche gli ospedali torinesi non ce la fanno più, anche se l’Unità di Crisi della Regione Piemonte prevede un aumento dei posti per i contagiati nei reparti.

Difficile ormai fare i tamponi

Conseguenza di questa forsennata lotta per il controllo dell’epidemia è la sempre maggiore richiesta di eseguire gli ormai famosi tamponi. Solo che i laboratori non riescono a smaltire il lavoro, che diviene di ora in ora sempre maggiore – specie per i test delle persone asintomatiche che sono state esposte al rischio di contagio come per esempio gli infermieri: per questi, infatti, il test è stato sospeso sino a nuove indicazioni, sottolineano i sindacati Nursind e l’Asl Città di Torino. E il malcontento cresce, perché proprio i lavoratori in prima linea come il personale sanitario si sente abbandonato, esposto a un reale rischio senza alcuna altrettanto reale garanzia.

Cresce la protesta

Se la protesta cresce tra gli operatori sanitari esasperati e stanchi, lo scontento dilaga (come il virus) ormai anche tra i cittadini: è il caso del paziente a cui è stato negato il tampone che ha sfasciato una vetrata del pronto soccorso di Moncalieri. Ma per fortuna c’è anche ci capisce lo sforzo “inumano” che gli operatori stanno compiendo per aiutare tutti i cittadini, e lo dimostra con gesti quali il cesto di mimose lasciato ieri alle Molinette in cui si ringraziava le donne di questo e degli altri ospedali: «Grazie per quello che state facendo. Siete i nostri angeli custodi, andrà tutto bene», si leggeva nel biglietto che accompagnava i fiori. E che andrà tutto bene lo speriamo tutti.

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