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Un padre molto preoccupato per il figlio ridotto a “zombie”

Dopo cinque mesi di comunità un ragazzo di diciassette anni appare alla sua famiglia come uno zombie

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Oggi ho aperto la posta elettronica e ho trovato un messaggio: un padre che chiede aiuto per il figlio diciassettenne.  

Lontano da casa

Spiega che il ragazzo che si trova presso una comunità terapeutica in una regione lontana dalla propria. A fine agosto chiede a quest’ultima d’incontrare il figlio. L’appuntamento viene dato nella piazza principale del paese.

L’incontro scioccante

Un operatore della comunità accompagna il ragazzo a incontrare il padre , il quale, in un primo momento, stenta a riconoscere il figlio, dopo cinque mesi dall’ultima volta che l’aveva visto. Il diciassettenne appare rallentato, non riesce ad aprire lo sportello e fa fatica a scendere dall’auto, ha lo sguardo fisso ed è scosso da tremori nelle mani, agli angoli della bocca, in tutto il corpo.

La scena al ristorante

Incredulo, per quello che stava vedendo, il padre porta il figlio al ristorante insieme alle sorelle e alla nonna, che aveva portato con lui per passare la giornata insieme. Le donne notano che il ragazzo è trasandato e sporco, parla poco e con fatica, come se si trovasse in mondo dove tutto si svolge a rallentatore.

La denuncia ai Carabinieri

Il padre, spaventato, preoccupato e arrabbiato, per lo stato del figlio, si rivolge ai carabinieri di quella zona per denunciare ciò che stava accadendo al ragazzo, non senza aver prima girato dei video che mostravano la verità dei fatti, ma gli viene risposto che non ci sono i presupposti per una denuncia, allora chiede di poterselo portare via, ma gli viene risposto che non è possibile poiché c’è una sentenza di allontanamento di un giudice e che se lo avesse riportato a casa sarebbe stato perseguibile penalmente.

La “terapia”

Preoccupato, il responsabile della struttura, chiamato dall’operatore che aveva accompagnato il ragazzo, si presenta dal padre, portando con sé una specie di documento, che dichiara che la terapia che stanno  somministrando al ragazzo consiste solo di poche gocce la sera, perché ha difficoltà a prendere sonno, dichiarando altresì che è proprio il ragazzo a richiederle.

Da non credere!

Da non credere: poche gocce di tranquillante per dormire hanno ridotto un diciassettenne in forma in uno zombie?
Poveretta questa nostra società dove chi riduce un minore a uno zombie con psicofarmaci è impunito e dove un padre che vuole salvare il proprio figlio è minacciato di essere messo in prigione!

Il CCDU è stato fondato nel 1979 ed è una ONLUS italiana in contatto con il Citizens Commition on Human Rights (CCHR) che è stato fondato dallo psichiatra Prof. Thomas Szasz e dalla Chiesa di Scientology e che ha lo scopo di ripristinare Diritti Umani e dignità nel campo della salute mentale.

maria grazia Scaglione                             8 Settembre 2020

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