Seguici su

Storie

La Dama Bianca

Gianduja incontra, in una notte di tempesta, la Dama Bianca del Lago di Viverone. L’incontro è di fantasia, la leggenda è veramente narrata, ed il fantasma … chissà?

Pubblicato

il

“E dove vorresti portarmi? Io ci sono già stato al Lago di Viverone, e devo dirti che il posto mi è piaciuto. Ma perché di notte?”
“Senti Gianduja, voglio farti conoscere una ragazza molto bella, che ha bisogno di una buona parola di conforto …”
“Ma tu sei matto, neanche da parlarne! Figurati come la prenderebbe Giacometta, e poi sai che a me non interessano le avventure galanti …”
“Ma che hai capito? Da quando in qua non aiuti i giovani in difficoltà? So che sei una persona seria. Pensa che lei potrebbe essere tua figlia, ed è proprio disperata. L’ho incontrata per caso e mi ha fatto pena.”
“E va bene, d’accordo. Andiamo. Ma perché subito?”
“Perché oggi c’è la luna piena ed il lago è ingrossato a causa di tutte queste piogge.”
Il dialogo era andato avanti così tra me ed il mio impresario: un ometto di gran carattere, non molto alto, dal volto perennemente birichino, con un gran ciuffo che gli cadeva davanti, sulla fronte, e che era appena rientrato da un giro nel Canavese per prenotare alcuni Teatri in vista della nostra prossima tournée.
MI rassegnai e presi posto in automobile (preferivo le carrozze, ma le automobili sono più veloci ed i cavalli si spaventano troppo nel traffico), ed arrivammo dopo un’ora nei pressi del Lago di Viverone.
C’era un’aria di tempesta che consolava, e mi augurai che non piovesse subito. Le fronde degli alberi sembravano carezzate, con una certa veemenza, dalle folate di vento.
Scesi, e lui mi seguì per un tratto: “Ecco, l’ho vista qui. È così bella e triste che ti commuove, neanche Ofelia era così …”
“Tu hai conosciuto veramente Ofelia?”
“Non proprio, ma ho avuto nella mia compagnia ottime attrici che la interpretavano. Ed erano tutte bellissime.”
“Io non vedo …” Ma dalla nebbiolina intorno vidi emergere una giovane, vestita con un abito bianco e con una sciarpa rosso sangue avvolta come uno scialle intorno al collo.
Mi avvicinai lentamente: “Chi sei?” Chiesi.
“Chi vuoi che sia” Rispose lei con una certa ruvida gentilezza. “Un fantasma: a quest’ora, da sola, vestita leggera nel cuore dell’inverno e semitrasparente …”
La guardai attentamente. “Mi spiace molto per te, se sei qui è perché non hai pace.”
“Ma … Veramente sono qui perché mi manca troppo il mio fidanzato, che è finito nelle acque del lago quando il suo paese è stato trascinato dentro, insieme a case, strade e persone. E dato che non è tornato indietro neanche da spirito mi sono fatta l’idea che se lo sia preso una delle ondine che abitano sotto le acque. Così da allora giro qui intorno sperando di riprendermelo.”
Poi si fermò e mi guardò bene, e osservò anche l’impresario. “Ma scusa: tu, e anche lui, non avete paura di me?”
“Perché mai? Ne ho viste così tante in questi anni che la paura me la sono dimenticata, mentre lui -e lo indicai con lo sguardo- è stato talmente tanto in Teatro che confonde la vita reale con i palcoscenici. Sai che ti ha paragonata ad Ofelia?”
“Ofelia chi?”
“Ofelia, l’Ofelia dell’Amleto di Shakespeare.”
“Santo cielo! Io sono molto più bella!”
“Lo credo bene. E poi tu sei vera, per quanto possa esserlo uno spirito, mentre lei è un’invenzione letteraria.”
“Bene, allora facciamo due passi. È da tempo che non parlo con qualcuno.”
“Volentieri, ma non troppo vicino all’acqua, che soffro un po’ per l’umidità.”
Ride. “Cose da vivi! Grazie: erano troppi anni che non ridevo più. Da quando il paese è scivolato nel Lago.”
“Che paese?”
“Si chiamava Borgo di San Martino, ed era stato costruito molto vicino al lago. Pensa che lo aveva fondato San Martino …”
“Quello diventato famoso per il mantello diviso in due?”
“Si. Proprio lui, anche se non so quando.”
“E poi?”
“Io mi dovevo sposare con il mio fidanzato, proprio nella chiesa del Borgo. Invece è arrivata un’alluvione, e mentre io mi sono salvata lui è stato trascinato giù con quasi tutto il paese. Lui era bello, forte, e anche molto innamorato di me … Almeno credo. L’ultima volta che l’ho visto stava cercando di salvare un ragazzino dalla furia delle acque. In un attimo erano spariti entrambi. “
“Poverina. Che brutta esperienza.”
“Ci rimasi così male che cominciai a sragionare. Non riuscivo a rassegnarmi e percorrevo tutti i giorni le rive del lago cercandolo, o almeno sperando di trovare il suo corpo: niente! Alla fine, mi ammalai e morì.”
“E sei diventata un fantasma.”
“Si: alcuni hanno iniziato a chiamarmi “Dama Bianca” per via dell’abito, che è simile a quello che avrei indossato durante le nozze.”
“E lo hai trovato, da spirito?”
“Ma no! Neanche l’ombra. Nessuna traccia. Per questo credo che abbia trovato rifugio tra le braccia di un’ondina: era troppo bello!”
Si girò verso il lago gridando: “Dico bene, tu la sotto?”
L’acqua parve incresparsi un poco, ma forse era solo il vento.
“Però morirono in tanti.”
“Infatti: ho incontrato molti spiriti, ma sono stati tutti reticenti nel dirmi qualcosa del mio amato.”
Mi guardò e poi diresse lo sguardo verso il lago.
“Ad ogni modo io continuerò a girare qui intorno, prima o poi dovrà uscire! Ho tutto il tempo che voglio e non patisco più né il caldo né il freddo, né la fame. E in quanto ai vestiti …”
Fece un giro su sé stessa.
“… Posso dire che non sono un problema, anche se preferisco indossare capi bianchi come la neve, o come la morte, se preferisci.”
“Sento dire che c’è una leggenda …”
“Più che leggenda c’è una vecchia storia inventata da alcuni bigotti: un angelo travestito da vecchio mendicante, anche poco pulito a dire il vero, per simulare meglio, sarebbe stato mandato da Dio a chiedere ospitalità e cibo nel Borgo. Purtroppo, bussò alle porte sbagliate e lo trattarono male scacciandolo. Così Dio si adirò al punto da punire tutti facendo precipitare il paese nel Lago.”
“Ma è vero?”
“Non ci ho mai creduto, perché c’ero. Devo dirti che l’alluvione fu una disgrazia per tutti ma dubito fosse un castigo divino. Mi spieghi perché Dio avrebbe dovuto uccidere anche quelli che erano innocenti, come i bambini o il parroco? Come possono pensare che un Dio misericordioso possa fare cose simili. Sono gli stessi che hanno paura di me e non capiscono il mio dolore. Comunque un’altra versione della storia racconta che l’angelo abbia avvisato gli abitanti innocenti dicendo loro di fuggire dal paese.”
“Che posso fare per te?
“Hai già fatto molto. Erano secoli che non chiacchieravo con qualcuno. Sai che tutti quelli che mi vedono cominciano ad urlare e scappano via, neanche fossi un mostro …”
“No, sei molto bella. Vorrei presentarti Giacometta, mia moglie … Adora le storie d’amore, e la tua storia è splendida.”
Sorrise: “Sei un brav’uomo Gianduja, torna quando vuoi.”
Poi si girò verso l’impresario, più in là.
“Ed anche lui è stato gentile a portarti qui. Sai … Un pochino di paura lui ce l’ha, però gli ho fatto molta pena. Così ha pensato di portarmi qualcuno che potesse parlarmi.”
“Glielo dirò volentieri. È un uomo che possiede veramente un grande cuore ed è un mio vecchio e caro amico. Si chiama Erminio.”

[zombify_post]

Tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Stock images by:

>

Torino Fan © Copyright 2024 Tutti i diritti riservati. Partita I.V.A. n. 12059750013