Torino, apre all’Ospedale Koelliker il Centro malattie pneumologiche: è l’unico in Italia

Buone notizia per la sanità in Piemonte e a Torino. Apre infatti il primo e unico centro in Italia specializzato in malattie pneumologiche e, in particolare, nella diagnosi e cura della tosse cronica – un disturbo spesso sottovalutato ma sempre più diffuso. Basti pensare che oggi colpisce un torinese su dieci.

La tosse che non passa

Può sembrare banale, all’apparenza, ma la tosse che esordisce e poi non passa è un disturbo subdolo e insidioso che colpisce una sempre maggiore fetta della popolazione. Colpa anche dell’inquinamento dell’aria sempre più presente nelle città e nelle case, i casi di malattie pneumologiche (dell’apparato respiratorio) sono in costante aumento – anche e soprattutto tra la popolazione più giovane. La tosse che non passa è un disturbo che oggi colpisce dal 7 al 18% della popolazione: secondo i dati 1 paziente su 10 che ne è affetto vive nelle grandi città, dove l’esposizione a inquinanti ambientali ne aumenta l’incidenza.

Una risposta unica

Il disturbo della tosse che non passa è noto anche come Sindrome da ipersensibilità alla tosse o tosse cronica – definita così quando perdura più di 8 settimane.  Si tratta di un disturbo tanto comune quanto complesso, che può abbassare sensibilmente la qualità della vita, con ricadute fisiche ma anche psicologiche e sociali. Per questo motivo, la condizione occupa sempre più maggiore attenzione all’interno della comunità medica. Oggi, con l’apertura del centro malattie pneumologiche e percorso della tosse cronica a Torino presso l’Ospedale Koelliker, questo problema trova una risposta terapeutica unica nel panorama sanitario locale.

Un pool di specialisti

La nuova divisione dell’ospedale Koelliker si avvale di diversi specialisti in malattie dell’apparato respiratorio, otorinolaringoiatria, foniatria/logopedia e gastroenterologia. Gli specialisti hanno a disposizione le più moderne e complete attrezzature mediche per la diagnosi e la terapia, secondo le linee guida più all’avanguardia in materia, già in vigore in Australia e negli Stati Uniti. L’accesso al Centro, inoltre, potrà avvenire sia privatamente che in convenzione con il SSN. Il paziente, preso in carico da uno degli specialisti coinvolti nel progetto, sarà portato di volta in volta all’attenzione dei colleghi per completare il miglior percorso diagnostico-terapeutico condiviso e organizzare il corretto follow-up clinico di supporto al problema – si legge in una nota dell’ospedale. Il Centro è dotato dei macchinari più all’avanguardia nel mondo, grazie ai quali è possibile sottoporre il paziente ad accurati esami, non invasivi ma utilissimi per una diagnosi puntuale.

La tosse è un sintomo, non una malattia

«La tosse è un sintomo (non una patologia) che può accompagnare tantissime malattie: polmoniti, bronchiti acute e croniche, asma, reflusso gastro-esofageo, pleuriti, pneumotoraci, tumori, problemi cardiologici – spiega il professor Riccardo Pellegrino, Responsabile del Centro Pneumologico – Anche l’assunzione di alcuni farmaci può causare tosse della durata di mesi o addirittura anni. Questo avviene per una stimolazione dei neuro sensori localizzati nelle prime vie respiratorie e con il tempo anche di alcuni tratti del sistema nervoso centrale dove i segnali della tosse vengono trasferiti. Così la tosse può comparire anche per stimoli minori: parlare al cellulare, la variazione della temperatura dell’aria respirata, gli acari della polvere o lo smog, diventando così refrattaria ai classici trattamenti medici».

Un fenomeno complesso

«Data la complessità del fenomeno – sottolinea il professor Pellegrino – l’impegno del Centro Pneumologico dell’Ospedale Koelliker è quello di trattare il disturbo esaminandolo all’interno di una sistema polispecialistico che coinvolge il pneumologo-fisiopatologo respiratorio, lo specialista in ORL, il gastroenterologo, il neurologo, il foniatra e il logopedista. Ognuna di queste figure professionali ha il compito di esaminare l’eventuale patologia d’organo che causa la tosse cronica utilizzando le tecnologie più avanzate e di condividere i risultati ottenuti con i colleghi per formulare una diagnosi più chiara possibile, ovviamente sotto la supervisione di un responsabile che possa coordinare al meglio l’attività dell’equipe».