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LO SCIALLE

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LO SCIALLE

La campana iniziò i suoi rintocchi  nella  ancor fresca aria del mattino  

“Siete pronte bambine? La messa non attende”. Clara davanti allo specchio dell’ingresso si stava drappeggiando sulle spalle uno scialle colorato . Lo aveva comprato il giorno prima , un saldo interessante  trovato quasi per caso in un lussuoso negozio del piccolo centro storico. Il disegno l’aveva conquistata: i fiori appena abbozzati erano di squisita fattura e si adagiavano . su uno sfondo grigio chiaro ma erasoprattutto quel bordo dorato che l’aveva fatta decidere all’acquisto . La rimandava a tempi fortunati ormaiirrimediabilmente trascorsi.

“Non riesco ad abbottonare la camicetta i buchi sono troppo stretti “ piagnucolava  Alicementre veniva giù dalle scale scuotendo la testa e rischiando di cadere tale era la concentrazione “ Ti aiuto io vieni qui “e Carlotta, già vestita di tutto punto, abbottonò la camicetta bianca . Alice sospirò di soddisfazione e sorrise riconoscente , gli occhi ancora lucidi, a quella sorella  più adulta che era così efficiente.

“Svelte, usciamo “ e Clara sorrise ancora una volta alla sua immagine riflessa.

In pochi minuti furono sul vialetto  tutte e tre.

“Cammina in fretta pigrona “disse la mamma con tono allegro “Le scarpe mi fanno un po’ male pensava Alice e non vedo l’ora di ritornare a casa ma non posso dirlo perché lei ne soffrirebbe, il mio piede  é cresciuto .. e sognò di mondi dove le bambine crescevano dappertutto ma non nei piedi: doveva essere bello un mondo così

“Chissà se alla messa ci sarà Davide” e Carlotta guardò il suo vestito a fiori”  Un amica della mamma che viveva a New York glielo aveva inviato insieme ad altri. Erano della figlia e non le andavano più bene ma su di lei erano perfetti, la mamma aveva solo allungato gli orli ma non si vedeva molto anche perché aveva aggiunto dei bordi. Ma poi cosa importava il vestito, Davide le aveva detto che aveva degli occhi bellissimi, un giorno durante l’intervallo.

Clara pensava solo allo scialle  e a quanto le stesse bene, andava a coprire un po’ il solito vecchio tubino di buona fattura che aveva acquistato tanti anni prima. E poi ,adesso, c’era Piero, una storia appena iniziata e segreta e lo scialle lo aveva acquistato per lui.

Giunsero alla chiesa e  presero posto in un banco piccolo e dovettero stringersi. La luce filtrava a fettedalle strette vetrate andando ad illuminare con discrezione l’altare e i vasi colmi di splendidi fiori. C’era da restare incantati a guardare le rose e le ortensie, le margherite e i lillà che si mischiavano in caldi contrasti  di colore riflettendosi fin nella trasparenza dei vetri.

Alice uscì dalle scarpette che fecero solo due lievissimi tac mentre si rovesciavano sotto l’inginocchiatoio Sobbalzò di paura esi guardò  intorno per capire se qualcuno se ne fosse accorto.. No, neppure la mamma, tutto era tranquillo e si rilassò guardando con interesse una farfalla che, chissà  come, era entrata in chiesa e ora  abbracciava una margherita tutta gialla quasi non volesse più staccarsene.

Carlotta girava il capo lentamente con studiata indifferenza, eincontrò lo sguardo  di Davide che attendeva il suo,  sorrise e il cuore le balzò nel petto

Clara non si muoveva. Lo sguardo fisso all’altare e il pensiero rivolto a Piero, non osava girarsi, forse lo avrebbe visto all’uscita

Il profumo forte e amaro dell’incenso aleggiò d’un tratto e la fece rabbrividire “ Fra poco lo vedrò” pensava risistemando lo scialle che, impertinente, tendeva a scendere

E la messa finì e tutti si avviarono all’uscita sciamando nel modo in cui i bambini  escono dalla scuola con il senso di libertà ritrovata misto alla consapevolezza di aver comunque adempiuto ad un giusto dovere e lei lo vide, appena un cenno della testa , un lieve incontrollabile movimento delle palpebre

“Vieni oggi pomeriggio a casa mia, ho un nuovo gioco stava dicendo Paola a Alice. Clara sorrise e non si spiegò il perché la sua bambina rifiutasse l’invito adducendo una scusa che non aveva senso. “Questa bambina ha dei comportamenti strani “pensò, dovrò parlarle forse stasera, ma fu solo un attimo e il  pensiero tornò a lui.

“Come sei elegante oggi! Domenica prossima festeggio il mio compleanno e tu non devi mancare”  Carlotta sorrise radiosa  a Davide Cosa indosserò? Forse il vestito bianco , no è troppo serio meglio i jeans con la maglietta americana che  è arrivata la scorsa settimana.

“Clara vorrei proprio che tu dessi qualche lezione di matematica a Martina ne ha un disperato bisogno” “Volentieri con piacere stabiliamo un giorno “ rispose a quella cara amica che cercava sempre di aiutarla con tatto squisito .

“Ma non le trovi patetiche?” Elena Conti elegantissima  in un impeccabile tailleur estivo si rivolse al marito che le camminava accanto  attento a che i due agitati maschietti non rovinassero i completi in cui erano come imbavagliati. Lo aveva detto tante volte a Elena di non vestirli così ma nessuno poteva farle cambiare idea. “Sono ancora convinte di far parte del nostro ambiente  e  poi … quello scialle è veramente  fuori posto  ridicolo e sfacciato. E le bambine? poverette conciate così ,si vede che gli abiti non sono loro. e poi quel modo di camminare eretto e fiero come se scivolassero sul terreno …. certo a volte mi fanno un po’ pena ma solo un po’.. si  se penso alla mia vita a come tutto si snoda in modo armonioso … la nostra casa, i bambini , il nostro rapporto, sai proprio la scorsa settimana il maestro di Vittorio …. ma Piero mi stai ascoltando?

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