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Salute

Hikkomori, la patologia del XXI secolo che sta dilagando in tutto il mondo e che potresti avere anche tu

Ha un nome giapponese, ma è ormai una patologia a livello mondiale, che colpisce anche i giovanissimi

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Un Hikkomori, nella seconda metà degli anni ’80, in Giappone, era un soggetto che decideva di fare del tutto a meno della vita sociale. Si adeguarono ben presto a trattarlo come quella che a tutti gli effetti è una malattia psicologica, con percorsi terapeutici più o meno lunghi a seconda della gravità e delle cause scatenanti.

Un contesto sociale difficile

A quel tempo, in Giappone, si parlava per lo più di un contesto sociale difficile, dove il successo personale era inculcato come essenziale già in tenera età, portando alla depressione chi non riusciva a raggiungerlo, oppure per contesti famigliari delicati, con la netta preponderanza ed ossessività di una delle due figure genitoriali, la madre nella maggior parte dei casi.

Colpa della tecnologia?

Un Hikkomori applicato alla cultura dei nostri anni, ha mutato un po’ alcune caratteristiche, introducendo prepotentemente la tecnologia, ma il principio non cambia. Ed è anche facile che molti dei lettori possano riconoscere in persone che hanno intorno, un Hikkomori del XXI secolo, una di quelle persone che passa tutto il proprio tempo chiuso in casa davanti ad un monitor e non esce mai.

Una patologia che affligge anche i giovanissimi

Purtroppo questa patologia affligge anche i giovanissimi ed è così che l’ennesima discussione con un figlio diciannovenne, ieri, 29 giugno, per una madre di Mirafiori si è trasformata nel peggiore degli incubi.
Nella concitazione della discussione la donna ha infatti strappato via dalle mani al figlio la tastiera dietro la quale ormai si nascondeva da troppo tempo. Il ragazzo, per tutta risposta, si è lanciato dal quinto piano dell’appartamento che condivideva con la madre. E’ attualmente in prognosi riservata al CTO.

Una malattia che va affrontata

Una tragedia che è importante sia di monito a tutti noi: l’abitudine a nascondersi dietro ad un computer è una malattia e come tale va affrontata.

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