Seguici su

Salute

Fecondazione eterologa: il giro d’affari che genera in Piemonte

In mancanza di direttive nazionali, le coppie piemontesi che vogliono avvalersi dell’eterologa sono costrette a rivolgersi a cliniche private

Pubblicato

il

E’ dal 2014 che anche in Italia è stato sancito dalla corte costituzionale, il diritto per la fecondazione eterologa.
Per fecondazione eterologa si intende la fecondazione, con relativo impianto nell’utero di una donna, di ovuli fecondati, in cui i gameti sono provenienti entrambi o solo uno, da soggetti diversi dalla coppia in cui si intende far nascere il bambino.
Insomma, in Italia è legale il diritto di avere un figlio, farlo nascere, con metà o tutto il patrimonio genetico ereditato da un’altra persona.
La fecondazione eterologa è stato dibattito deontologico di grande rilevanza e si può essere d’accordo o meno con l’applicazione, ma un dato da denotare è che dopo anni di posizioni politiche tiepide -per non indisporre i cattolici che sono contrari- e di anni di attese per una decisione da Roma che coinvolgesse unitamente tutte le regioni, le coppie in Piemonte si rivolgono sempre di più a cliniche private, i cui numeri sono grandemente aumentati.
Nel piemontese sono 4 i centri specializzati e le coppie che si sono rivolte a privati nel 2017 sono 350, con quasi 500 cicli di fecondazione attivati e successo di gravidanza per il 50% delle coppie partecipanti. I dati di quest’anno non sono ancora fornibili, ma i numeri sembrano aumentati significativamente.
La spesa per un ciclo di fecondazione si aggira sui 9000 euro, di cui circa 3500 per assicurarsi che i gameti arrivino dall’Estero, dove circa 2000 euro vengono dati alla donatrice.
Mentre gli affari del privato vanno a gonfie vele, il pubblico sta ancora tergiversando: l’ex assessore alla sanità, dichiaratamente cattolico, ha preferito aspettare direttive mai arrivate da Roma e lo stesso Chiamparino, che aveva promesso di muoversi per definire la situazione, non ha spinto più di tanto.
I lavori sono arenati già sul primo punto: la provenienza dei donatori. Attualmente il mercato di provenienza è quello spagnolo, ma garantire la qualtià degli ovuli nella filiera di importazione non è una questione semplice, senza poi trattare della questione culturale: sono certi che in Italia non ci sia disponibilità sufficiente da parte delle donne per donare gli ovuli ed un’azione di sensibilizzazione ha i tempi inevitabilmente lunghi.
Così nel mentre si perde tempo in discussioni.
Voi siete moralmente contro la fecondazione eterologa? Coppie stanno spendendo davvero molti soldi per perseguire il desiderio di avere un erede. Ci sarebbe la strada dell’adozione, ma qui in Italia è ancora una giungla, che nei suoi malfunzionamenti permette l’esistenza di casi come quello di Bibbiano.
E voi donne donereste mai i vostri ovuli perché siano riutilizzati da queste coppie in difficoltà?

[zombify_post]

Tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Stock images by:

>

Torino Fan © Copyright 2024 Tutti i diritti riservati. Partita I.V.A. n. 12059750013