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Variante inglese in Piemonte dilaga: siamo quasi al 50%

Balzo in avanti della variante inglese del Covid in Piemonte: la sua presenza tra le persone contagiate è già del 48,2%. E dilagherà

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Variante inglese in Piemonte
Variante inglese in Piemonte si diffonde velocemente

La variante inglese del Covid in Piemonte si diffonde. E lo fa molto velocemente: basti pensare che i dati parlano di una sua presenza nel 48,2% dei contagiati. Questi i numeri accertati, ma il “sottobosco”, ossia i casi non rilevati potrebbero essere molti di più. Questo è motivo di preoccupazione, perché, secondo Luigi Icardi, dilagherà.

L’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità con le Regioni

La rilevazione della presenza della variante inglese in Piemonte è frutto di un’indagine coordinata dall’Istituto superiore di Sanità in collaborazione con i laboratori della Regioni, si legge in una nota della Regione.

I campioni piemontesi positivi

Degli 85 campioni piemontesi, ne sono stati prima analizzati e selezionati 41 dai quattordici laboratori della Regione. Questi sono poi stati sequenziati dall’ISS, che ha accertato la presenza della variante inglese. Da qui si è stati in grado di predisporre una mappatura per stabilire il grado di diffusione delle varianti in Italia.

Il giorno preso in considerazione per i test

I dati sulla presenza della variante inglese in Piemonte, e sui piemontesi contagiati, si sono basati sugli 85 campioni mandati a Roma e scelti trai i 485 campioni positivi del 18 febbraio 2021. I tamponi sono stati scelti soltanto tra «quelli molecolari derivanti dalla sorveglianza territoriale (escludendo pertanto quelli identificati tramite indagini ospedaliere e pre-ricoveri) e con un’elevata carica virale. Non sono emersi casi di variante brasiliana e sudafricana».

La conferma della presenza della variante inglese in Piemonte

«Con questa attività di monitoraggio – hanno dichiarato gli assessori regionali alla Sanità Luigi Genesio Icardi e alla Ricerca applicata Covid Matteo Marnati – abbiamo potuto avere un’ulteriore conferma della diffusione delle varianti inglesi sul nostro territorio, testimoniata peraltro anche dalla crescita dei contagi. Del resto, in previsione di questo rischio, avevamo già messo in campo misure preventive, come l’obbligo di dichiarare il rientro da viaggi in zone a rischio e rafforzando il contact tracing, dando indicazioni specifiche alle Asl sul tracciamento e analisi delle varianti. Quello che ci conforta è che non siano emerse le due varianti più pericolose dal punto di vista sanitario, cioè quella brasiliana e quella sudafricana».

La variante dilagherà

Secondo Icardi, «la variante inglese presto dilagherà, mettendo a forte rischio la nostra capacità di risposta. Stiamo monitorando una serie di Comuni e dove sarà necessario si chiuderà. I focolai sono non solo nei pressi delle zone rosse, ma un po’ ovunque». Per questo motivo l’assessore ha chiesto ai direttori generali degli ospedali di predisporre più letti Covid e riaprire nuovi posti di terapia intensiva.

Idrossiclorochina nei protocolli

«Abbiamo inserito nuovamente l’idrossiclorochina nei protocolli di cura, a cui aggiungiamo la vitamina D, e inviteremo i medici di medicina generale a darvi attuazione – conclude Icardi – La risposta territoriale è fondamentale affinché il sistema possa reggere l’onda d’urto. Non possiamo sbagliare risposta in questo momento, mentre abbiamo un impegno tanto importante sul fronte delle vaccinazioni».

Fonte: Regione Piemonte

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