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Covid 19

Lockdown totale in tutta Italia, i medici ora lo chiedono a gran voce. Una tragedia annunciata

Molti medici si stanno già riammalando, gli ospedali sono quasi al tracollo: una tragedia annunciata, secondo Ricciardi. A gran voce i medici chiedono il lockdown totale come in primavera

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Emergenza Covid in Piemonte

Lockdown totale in tutta Italia? A chiederlo, ora, sono i medici che lanciano un grido d’allarme: molti si sono già (e di nuovo) ammalati, il personale manca così come iniziano a mancare i posti letto e le terapie intensive e, allo stesso modo, gli ospedali si avvicinano inesorabilmente al tracollo.

Lockdown totale

A chiedere dunque di chiudere tutto, ossia di tornare a un lockdown totale come nella primavera scorsa è il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, sulla pagina Facebook della Federazione, a seguito di una sua intervista su Radio Rai 2.

Una boccata d’ossigeno

Anelli ha dunque sottolineato la necessità di un lockdown totale, «alla luce dei dati, soprattutto quelli sui ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive». Lo stesso Presidente ha poi “acceso un faro sulla carenza di medici specialisti, mentre 23.000 medici laureati sono in attesa di potersi specializzare. E le graduatorie sono bloccate per via dei numerosi ricorsi. Anelli chiede, ancora una volta, di ammetterli tutti”. «Sarebbe una boccata d’ossigeno per il sistema» ha affermato. Scettico, invece, sullo switch di medici specializzati in altre branche verso la cura del COVID. «Se un oculista deve diventare un internista qualcosa non funziona. La formazione non è un optional», ha concluso Anelli.

Ricciardi: «Una tragedia annunciata»

Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, è invece intervenuto a Che tempo che fa. «Contro l’epidemia da Coronavirus – ha ribadito Ricciardi – servono assoluti interventi rapidi, si profila una tragedia nazionale annunciata per un virus che non ha bisogno di perdita di tempo ma di una catena di comando nazionale unica».

In difesa del ministro della Salute

Il ministro Speranza «recepisce con la massima serietà» le indicazioni che gli forniscono i suoi collaboratori – sottolinea Ricciardi – «««poi però va in Consiglio dei ministri e in conferenza Stato-Regioni e i meccanismi sono diversi, manca la rapidità con cui il ministro vorrebbe si intervenisse».

Abbiamo perso tempo, ed era tutto prevedibile

Sempre secondo Ricciardi, «questa estate abbiamo perso tempo, le seconde ondate le abbiamo avute sempre, era tutto prevedibile, […] Con il ministro Speranza già il 6 aprile avevamo preparato un piano che però doveva essere recepito dalle Regioni. Alcune hanno recepito quanto noi abbiamo sostenuto; altre no. Ora [è necessario] riunirci tutti, basare le decisioni sull’evidenza scientifica, e farlo presto».

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