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Estorsioni e violenze per i biglietti: i video che smascherano gli ultras Juventini

In manette 12 capi ultras: ricattavano la società per gestire il bagarinaggio

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TORINO – L’attività di indagine della DIGOS – svoltasi per oltre un anno – è scaturita da una denuncia sporta dalla Juventus ed ha consentito al Gruppo Criminalità Organizzata della Procura di Torino di acquisire incontrovertibili elementi probatori in merito ad una precisa strategia estorsiva posta in essere dai leader dei principali gruppi ultrà bianconeri (“Drughi”, “Tradizione”, “Viking”, e “Nucleo 1986”) nei confronti della citata società calcistica, nell’ambito della quale un ruolo predominante è stato ricoperto dai “Drughi”, non solo per il considerevole numero degli aderenti (circa 700) alla diverse “sezioni” sparse anche all’estero, ma anche per il carisma dello storico leader Geraldo MOCCIOLA (attualmente sottoposto a daspo ed alla sorveglianza speciale) derivante dai suoi numerosi trascorsi criminali e dalla sua contiguità con organizzazioni criminali calabresi (come emerso dalla nota indagine “Alto Piemonte”).

L’interruzione dei privilegi concessi ai gruppi

L’interruzione, alla fine del campionato 2017/18, di alcuni privilegi concessi ai gruppi ultrà ha infatti determinato, sin da subito, una “reazione” dei leader storici che, vistisi negare alcuni abbonamenti gratuiti per i cc.dd. striscionisti, hanno definito una capillare strategia criminale per “ripristinare” quei vantaggi soppressi ed affermare nuovamente la posizione “di forza” nei riguardi della Juventus.

Campagna denigratoria verso la Juventus

    A tal fine, i capi ultrà, nell’ambito di un accordo condiviso, dopo aver avanzato illecite richieste (biglietti gratuiti, materiale della Juventus, partecipazione ad eventi etc.), essendo consapevoli dei connessi risvolti penali, hanno convenuto, strategicamente, di celare la predetta finalità delittuosa con una campagna denigratoria e di contestazione verso la Juventus (che ha portato all’irrogazione da parte della giustizia sportiva di sanzioni pecuniarie e alla chiusura della curva sud per una gara di campionato) ricollegandola, pretestuosamente, all’aumento dei costi degli abbonamenti ed al rientro in squadra del calciatore BONUCCI.

300 biglietti per le gare in trasferta

In tale contesto, la società sportiva, al fine di evitare ripercussioni e danni di immagine, ha dovuto garantire circa 300 biglietti a pagamento per le gare in trasferta di campionato e di Champions League che sono stati poi in parte redistribuiti dai capi ultrà ricavando indebiti profitti (autoriciclaggio).

Centinaia di biglietti di accesso allo stadio

E’ stata inoltre accertata la capillare attività dei “Drughi” per recuperare (a prezzo di costo) centinaia di biglietti di accesso allo stadio per le partite casalinghe della Juventus, avvalendosi di biglietterie compiacenti sparse su tutto il territorio nazionale, in parte distribuendoli tra le varie sezioni dei “Drughi” (secondo le direttive di MOCCIOLA e con rincari rispetto al prezzo di mercato) ed in parte rivendendoli ad altri tifosi realizzando maggiori guadagni.

Consumazioni gratuite

Non solo: i capi ultras dei “Drughi” e di “Tradizione” hanno utilizzato la propria forza intimidatrice anche per ottenere indebitamente dai gestori della società concessionaria del bar del settore ove sono allocati 25 consumazioni gratuite per ogni partita casalinga.

Strategia estorsiva e condotte intimidatorie

Le indagini hanno altresì evidenziato come la “strategia estorsiva” sia stata attuata anche esercitando “pressioni” sui frequentatori “normali” della curva che hanno “dovuto” attenersi ai divieti “imposti” dai capi ultrà di “non” intonare cori e slogan durante le partite al fine di far percepire (anche ai mass media) un “clima ostile” verso la società, evidenziando, nel contempo, anche la loro capacità di condizionare il “tifo” di tutta la curva sud dell’Allianz Stadium. E’ stato inoltre acclarato come le predette condotte “intimidatorie” – poste in essere anche dai leader del gruppo dei “N.A.B” – ai danni degli altri frequentatori della curva (sulla base di un cliché comune anche ad altre tifoserie) siano state finalizzate ad imporre (avvalendosi della forza intimidatrice tipica delle organizzazioni criminali) tutte le strategie dei gruppi ultrà (quali “unici” detentori del tifo organizzato). A tal riguardo, è stato riscontrato come siano state di fatto interdette alcune parti della curva sud ai tifosi c.d. “normali” (alcuni dei quali sono stati assunti a sommarie informazioni, confermando i soprusi degli ultrà) anche mediante la delimitazione con nastri ed il materiale allontanamento di coloro che si avvicinavano (senza quindi tener conto della titolarità del posto indicato dal biglietto posseduto), riservandole invece ai soli aderenti ai gruppi ultrà. Analoghe condotte prevaricatrici sono state poste in essere nei confronti di alcuni “Club Doc Juventus” ai quali, in talune occasioni, è stato imposto di rimuovere gli striscioni  nonché nei riguardi del neo sodalizio ultras “True Boys”, mai accettato in curva.

Il rischio per la partita Juve-Verona

«Quella di sabato era una partita già attenzionata. Sono due tifoserie con ideologie differenti. Ora aumentano i rischi perché sono prevedibili reazioni». Così il questore di Torino Giuseppe De Matteis in vista di Juventus-Verona, che si disputerà sabato prossimo all’Allianz Stadium, prima gara di campionato dopo l’azzeramento dei vertici dei gruppi ultrà juventini finiti nell’inchiesta ‘Last banner’ coordinata dalla Procura di Torino.

La curva sud è morta

Uno striscione con la scritta «La curva Sud è morta» è stato appeso a Torino, in corso Grosseto, poco lontano dall’Allianz Stadium. Il riferimento è alle misure cautelari disposte dalla Procura di Torino ed eseguite dalla Digos nei confronti dei principali leader ed esponenti di alcuni gruppi ultrà bianconeri. Secondo alcune ipotesi, a srotolare lo striscione potrebbero essere stati alcuni esponenti del gruppo “Drughi giovinezza”.

L’indagine della DIGOS

Nella mattinata di ieri, nell’ambito di un’articolata indagine della DIGOS della Questura di Torino coordinata dal Gruppo Criminalità Organizzata della locale Procura della Repubblica, sono state eseguite n.12 misure cautelari (n.6 in carcere, n.4 arresti domiciliari e n.2 obblighi di dimora) nei riguardi dei principali leader dei gruppi ultrà juventini dei “Drughi” (MOCCIOLA Geraldo di anni 56, CAVA Salvatore di anni 51, SCARANO Domenico di anni 58, GENRE Sergio di anni 43, PAVARINO Luca di anni 51) di “Tradizione – Antichi Valori” (TOIA Umberto di anni 54, TOIA Massimo di anni 55, VITALE Corrado di anni 45) dei “Viking” (TRINCHERO Fabio di anni 48, DRAGO Roberto di anni 47), del Nucleo 1985” (FASOLI Christian di anni 42) e di “Quelli …. di via Filadelfia” (FRANZO Giuseppe di anni 55) indagati per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.  Nell’ambito della medesima indagine sono stati altresì denunciati n. 25 ultrà della Juventus per violenza privata aggravata in concorso, di cui n. 17 dei “Drughi”, n.2 dei “NAB”, n.1 dei “Viking”, n.1 di “Tradizione” e n.4 dei “Drughi”(quest’ultimi anche per associazione a delinquere).

Nel corso dell’operazione “LAST BANNER”, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sono state eseguite, con la collaborazione delle Digos di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella, n.39 perquisizioni delegate dalla locale Autorità Giudiziaria, di cui n.24 a Torino e n.15 in altre città .

Fonte: Questura di Torino

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