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Dall’assenzio all’eroina: Dico no alla Droga.

Viaggiando in treno si possono incontrare tossici che chiedono monete: questo è il fondo che toccano coloro che diventano schiavi delle droghe.

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Treno regionale nei pressi di Torino. Si ferma e salgono due persone: un uomo ed una donna. Età indefinibile. L’uomo veste un paio di jeans  malandati strascica i piedi in ciabatte di plastica, è sporco e maleodorante. Si piega verso un passeggero mentre allunga una mano con le unghie nere e gli chiede una moneta “Per un panino” dice, mostrando in un faticoso tentativo di sorridere i denti marci. Dietro si trascina la donna con i capelli arruffati, gli occhi spenti, la lurida maglietta strappata, si appoggia ora ad un sedile , ora ad una parete , mentre il treno la fa traballare, , quasi senza denti ripete la stessa pantomima. Nessuno tira fuori una moneta, si ritraggono qal loro passare, tentano d’ignorarli. I viaggiatori hanno capito fin troppo bene a cosa serviranno quelle monete chieste come una litania con la scusa del panino. Probabilmente eroina, sicuramente da molto tempo. Due sopravvissuti, due zombie, . Non hanno più nulla di umano: il corpo distrutto, la voce robotica, l’anima….persa.

Ma come si cade in questa trappola, come si finisce a morire giorno dopo giorno nel totale abbrutimento, come si vende “l’anima al diavolo”?

S’incomincia con l’idea che assumendo droga si diventa più figo, più alla moda? Oppure che si può incominciare e finire quando si vuole “Tanto dipende da me” per poi scoprire esattamente il contrario? O ancora lo si fa per sfuggire alle emozioni negative, al dolore, all’insoddisfazione, all’inadeguatezza, alla noia? 

La società non manca di spacciare modelli di questo tipo. A partire dal decadentismo, i poeti maledetti di fine ottocento come Baudelaire, Verlaine, Rimbaud erano dediti all’hashish , pittori come Van Gogh e Toulouse Lautrec dipendenti dalla “fata verde” l’assenzio, scrittori come Dumas dall’oppio. Si potrebbe continuare con una lunghissima lista per arrivare ai giorni nostri. La cultura della droga , dai figli dei fiori in poi, porta i nomi dei più grandi artisti contemporanei. Il rock con i suoi miti a cominciare dai Beatles e poi  Bob Dylan, Bob Marley, Jim Morrison, i Rolling Stones, Jimmi Hendrix, David Bowie, è divenuto troppo spesso icona di cultura della droga e i grandi della musica sono divenuti  idoli da imitare, quasi che non si potesse creare arte senza assumere droghe,come se la creatività umana non potesse esprimersi se non nell’esaltazione chimica dovuta agli stupefacenti o all’alcool. 

Scrive Baudelaire in “Paradisi Artificiali” “L’hashish isola” “ L’hashish è inutile e pericoloso” e Jhon Lennon “Sono stato tra i drogati ho provato di tutto….non lasciate che vi rincoglioniscano con droga e cocaina, nessuno potrà farvi del male se sentirete il vostro dolore” infine L. Ron Hubbard ideatore del programma di disintossicazione Narconon “ Le droghe derubano la vita delle sensazioni e delle gioie che sono le uniche ragioni per cui esistere”.

Maria Grazia Scaglione

Torino 25 Giugno 2019

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