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Curiosità

5 cose che (forse) non sai sulla Sacra Sindone

La Sacra Sindone, vero e proprio orgoglio della città di Torino e reliquia ambita da molti turisti, nasconde – in realtà – tanti segreti. Tra dubbi, test scientifici e fede religiosa: cos’è, davvero, la Sindone?

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Probabilmente non c’è persona su questo pianeta che non abbia mai sentito menzionare la Sacra Sindone. Si tratterebbe, secondo alcune teorie, di un lenzuolo di lino che avrebbe avvolto il corpo flagellato di Gesù Cristo, esattamente come testimonierebbero i Vangeli. Tuttavia, la natura di questo oggetto rimane tutt’ora misteriosa. Nonostante la Sindone sia stata sottoposta a numerosi test scientifici, ancora non si ha nessuna certezza in merito. Ma i fedeli non hanno dubbi: questa è una delle poche prove che sono rimaste sull’esistenza di Gesù. Ecco a voi 5 cose sulla Sacra Sindone che (forse) ancora non conoscete.

Quali sono i test autorevoli?

La Sacra Sindone è un falso o no? Questa è l’eterna diatriba che divide il mondo scientifico da quello religioso. I dati più importanti circa questo oggetto si ottengono intorno al 1988, momento in cui uno dei più importanti studi aveva sentenziato che si trattava di un clamoroso falso. Il motivo? Il lenzuolo – secondo i dati ottenuti – risaliva all’epoca medioevale (indicativamente tra il 1260 e il 1390). Quindi troppo moderno per parlare di Gesù. Una ricerca più recente, tuttavia, smentì quello studio: il lenzuolo avrebbe avuto tutta un’altra età: minimo 1300 anni, massimo 3.000. Com’è stato possibile riscontrare queste differenze? A detta di alcuni, la prima analisi fu condotta su una sorta di toppa usata dalle suore per riparare il lenzuolo. Ma anche in questo caso vi sono poche certezze in merito. In uno dei documenti più esaustivi che si trova in rete, scritto da Valerio Polidori, si legge che «La Sindone è intessuta con un’armatura complessa che, a parità di sistema di lavorazione, materiale, dimensioni e riduzione, non ha altri paralleli conosciuti che provengano dal mondo antico. Le sue caratteristiche tessili, nel complesso, si addicono a un’origine non anteriore al basso medioevo, con una lavorazione avvenuta su telaio orizzontale a quattro pedali. Gli unici tessuti sovrapponibili finora rinvenuti risalgono a non prima del XIV secolo. Tutto ciò concorda con la datazione della Sindone ottenuta con l’esame del radiocarbonio (anni 1260-1390) e con le testimonianze storiche, che puntano alla prima metà del XIV secolo».

Il significato del termine
La parola Sindone deriva dal termine greco σινδών (sindon) e si riferisce a un ampio tessuto – come potrebbe essere un lenzuolo. Si tratta quindi di un termine generico che, fino a qualche secolo fa, non era associato ad alcuna sepoltura

Hitler era ossessionato dalla Sindone

Sappiamo che durante la Seconda guerra mondiale la Sindone fu nascosta sia al Quirinale che all’Abbazia Montevergine. A quei tempi Hitler aveva diverse ossessioni: la lancia di Longino, l’Arca dell’Alleanza, il Santo Graal e anche la Sacra Sindone (di proprietà di Casa Savoia). All’epoca il Papa comprese subito le intenzioni di Hitler perché i suoi ufficiali cominciarono a fare troppe domande sul famoso lenzuolo. Ecco il motivo per cui decise di nasconderlo a Montevergine. Nel 1946, nella Rivista Diocesana Torinese fu pubblicato un importante messaggio del Cardinale Maurilio Fossati. Le parole erano rivolte a tutti i fedeli: «venerati sacerdoti e figli carissimi, ho voluto stendere queste righe perché rimanga memoria nella storia religiosa della nostra Torino di questo allontanamento e successivo ritorno della Sacra Sindone, uno dei tanti particolari di quest’ultima guerra. Fu saggia cosa l’averla allontanata da Torino, perché se anche rispettata dalle bombe, non sarebbe forse stata rispettata dall’invasore che si affrettò a chiederne notizie. Ma che ne sarebbe stato se invece che ai benedettini di Montevergine essa fosse stata affidata a quelli di Montecassino?».

Le monete della Sacra Sindone

I primi studi sulla Sindone evidenziarono particolari tumefazioni sotto l’occhio destro e sopra l’arcata sopraciliare sinistra. Pare che in diversi frangenti sia stato ipotizzato che i segni circolari che vengono messi in luce da varie ricerche scientifiche, siano riconducibili a monete. È importante sottolineare che in alcune epoche – come quella greco-romana – vi era una strana usanza: offrire un obolo a Caronte ponendo una piccola moneta all’interno della bocca o della mano della persona deceduta. In alcuni casi la moneta veniva posta sugli occhi. Pare che alcuni studi siano riusciti a individuare un dilepton lituus e una scritta: TIBEPIOY KAIAPOC. Si tratterebbe, perciò, di una moneta risalente ai tempi dell’Imperatore Tiberio (29 d.C). E se da un lato questa potrebbe rappresentare un ulteriore conferma all’autenticità del lenzuolo, dall’altro furono poste diverse obiezioni: la più importante è che le monete in questione sarebbero state troppo leggere per poter tenere chiuse le palpebre e quindi sarebbero scivolate via troppo presto per poter lasciare impresso il segno.

I numeri della Sindone

La Sacra Sindone è un telo di lino della misura 4,42 × 1,13m. Anche se è bene sottolineare che è formato da due pezze unite nel senso della lunghezza. Nella più grande si trova l’immagine di un uomo e le sue dimensioni sono di poco più di un metro. La più piccola è rappresentata da una striscia di 8 centimetri per 3, 88 metri di lunghezza. Le due estremità, quindi, non combaciano perfettamente. Vi è un “vuoto” di 38 centimetri a destra e 16 a sinistra. Le misure non fanno minimamente pensare che la stoffa sia sta concepita per un letto.

E se fosse Leonardo da Vinci?

Non tutti ritengono che la Sacra Sindone sia da attribuire al corpo flagellato di Gesù. Secondo alcune ipotesi, infatti, sarebbe un lavoro di Leonardo da Vinci. Tra i vari sostenitori di tale teoria vi sono Lynn Pickett e Clive Prince. Anche l’americana Lillian Schwartz sostiene che il volto della Sindone combaci perfettamente con l’autoritratto di Leonardo. Forse si tratta di uno dei tanti suoi esperimenti? Magari relativi a una tecnica “fotografica”? Anche questa idea, però, non è priva di critiche: a qualunque datazione scientifica si creda, è sempre antecedente alla nascita di Leonardo. D’altro canto, ci sono tante persone che non hanno dubbi: qualsiasi cosa sia la Sindone, di certo non era il lenzuolo che aveva avvolto il corpo di Gesù.

L’immagine di Edessa
Secondo alcune teorie, la Sindone di Torino nient’altro sarebbe che il mandylion o «Immagine di Edessa». Si trattava di un’icona di Gesù venerata dai cristiani d’Oriente fino al  1204. Essa era considerata di origine “sovrannaturale” o acheropita, quindi non realizzata da mano umana.

FBS russa: confermata l’autenticità della Sindone

C’è chi storce il naso e pensa si tratti solo di informazione pilotata, ma sembra proprio che gli FBS russi (ex KGB) abbiamo confermato l’autenticità della Sindone. A riportarlo è stato il quotidiano russo «Zhisn». Le indagini da loro condotte confermerebbero che l’uomo impresso nel telo di lino fu colpito con una frusta piombata. Mentre una strana macchia presente sulla spalla destra farebbe pensare che avesse trasportato un oggetto pesante: forse la croce? Anche le mani e i piedi risulterebbero feriti, come se vi fossero stati inflitti dei chiodi. Infine, gli agenti hanno fatto un test: hanno preso un volontario e lo hanno fatto sudare moltissimo. Poi lo hanno coperto per tante ore con un lenzuolo di lino. La sagoma è rimasta impressa. A questo punto c’è da chiedersi: cosa penseranno le generazioni future quando troveranno il lenzuolo so

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